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Un numero cospicuo di bambini stranieri che arrivano in Italia e non solo, dovrebbe essere ricollocato, ma ciò non avviene.

A lanciare l’allarme con una risoluzione approvata a larghissima maggioranza il 18 maggio dall’Europarlamento che mette in chiaro le cifre di questo fallimento.

L’Italia ha bisogno di 5000 posti nell’Unione Europea per ricollocare i minori non accompagnati arrivati sulle nostre coste. Ma i paesi europei hanno accolto finora “soltanto un minore non accompagnato”, scrive nero su bianco il Parlamento di Strasburgo. Così come il milite ignoto è il simbolo della ferocia della guerra, l’anonimo e unico bambino senza genitori coinvolto nel programma di accoglienza è l’emblema della mancata solidarietà da parte dell’Unione Europea, anche nei confronti di quei pochi Stati che stanno facendo tutto loro.

A l’Italia la sola colpa di essere un po’ indietro con le registrazioni.

Al 27 aprile erano stati ricollocati 17.903 richiedenti asilo: 12.490 dalla Grecia e 5.920 dall’Italia. “Un dato – che come scrivono i promotori della mozione – equivale ad appena l’11 per cento degli obblighi assunti”. Cioè, 18410 persone su 160 mila previste.

Italia, Grecia e Germania fanno già il possibile nella gestione del fenomeno. In questi paesi di arrivo sono loro a dover essere aiutati nel controllo dei flussi da tutti gli altri. Ma la solidarietà si limita a pochissimi stati. Soltanto la Finlandia e Malta rispettano gli accordi presi. La Finlandia lo fa, però, solo per i “minori non accompagnati”.

Il Consiglio europeo si è impegnato a garantire un traguardo di 160 mila ricollocazioni. Siamo lontanissimi dal raggiungere tale risultato. L’Europarlamento invita pertanto gli stati membri a dare la priorità ai minori non accompagnati e ad altri “richiedenti vulnerabili”.

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