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Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza per la crisi idrica che sta colpendo l’Italia intera ma soprattutto le province di Parma e Piacenza.

In arrivo 8 milioni e 650 mila euro e deroghe per assicurare la fornitura di acqua potabile alla popolazione.

La Sardegna, ad esempio, ha chiesto lo stato di calamità naturale.

Il Piemonte, con il 65% di precipitazioni in meno rispetto alla media ha decretato lo stato di massima pericolosità su tutto il territorio regionale.

Il Veneto, invece, presenta una «condizione di deficit idrico generalizzato rispetto ai valori medi stagionali. Per questo motivo il governatore Zaia ha firmato una nuova ordinanza – dopo quella del 18 aprile e del 16 maggio – che conferma lo stato di crisi idrica, per attuare le misure necessarie a contrastarla.

Misure estreme anche a Bassano del Grappa (Vicenza), vietato l’uso di acqua potabile per innaffiare orti e giardini, riempire piscine, lavare automobili, pulire gli spazi esterni.

Secondo la meteorologa Mangianti « Non c’è una causa diretta tra siccità e riscaldamento globale, invece se parliamo di alte temperature e scioglimento dei ghiacciai è ovvio che possiamo collegarli al fenomeno del riscaldamento globale». La situazione non sembra destinata a migliorare nei prossimi giorni.

Le previsioni parlano ancora di grande caldo proveniente dall’Africa, con giornate prevalentemente soleggiate e pochi temporali pomeridiani e serali, per lo più confinati sui rilievi.

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