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Nei mesi di giugno e di luglio si è registrata un’enorme carenza di sangue in molte Regioni italiane, soprattutto Lazio, Abruzzo e Basilicata, Sicilia e Sardegna con un continuo fabbisogno elevato di donazioni a causa della massiccia presenza di pazienti talassemici, bisognosi di continue trasfusioni, mettendo a rischio terapie salvavita e interventi chirurgici programmati ed in emergenza.

Se non verranno accolti gli appelli lanciati dalle associazioni di volontari, anche nelle prossime settimane, la rete trasfusionale nazionale non sarà in grado di soddisfare i Livelli Essenziali di medicina trasfusionale.

A rivelarlo i dati raccolti dal Centro Nazionale Sangue, secondo cui in alcuni giorni si sono superate le 1100 unità mancanti in tutte le regioni italiane.

A rischio – sottolinea il direttore del Centro Nazionale sangue Giancarlo Maria Liumbruno – sono le terapie salvavita, considerato ad esempio che per un paziente leucemico necessita di otto donatori a settimana e che le talassemie e le altre emoglobinopatie assorbono circa il 10% delle raccolte sul territorio nazionale. Inoltre, poi ci sono gli interventi chirurgici, se si pensa che ad esempio per un trapianto cuore-polmoni possono essere usate fino a 30-40 sacche di sangue.

È importante infine, che tutte le Regioni cerchino di contribuire il più possibile al sistema di compensazione nazionale e che incrementino la raccolta.

Per questo l’appello è rivolto a tutti i donatori, e non di tutte le regioni italiane.

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