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È di 417 milioni di dollari, circa 350 milioni di euro il mega-risarcimento accordato da una giuria di Los Angeles ad una donna che ha usato per anni il talco dell’azienda Johnson & Johnson e ha scoperto di avere un tumore alle ovaie.

Eva Echevarria, 63 anni, è una delle migliaia di persone che ha fatto causa alla società per i tanti studi scientifici che ipotizzano una correlazione tra borotalco e malattia.

Secondo quanto riferisce il Wall Street Journal i giudici hanno considerato la compagnia farmaceutica colpevole perché non avrebbe informato i clienti della pericolosità del suo prodotto.

Accusa respinta dalla Johnson & Johnson che ha annunciato ricorso in appello sostenendo che la polvere non è dannosa, citando un parere a favore ricevuto dal National Cancer Institute che non ha trovato alcuna connessione tra il prodotto e l’insorgenza della malattia.

«Noi ci lasciamo guidare dalla scienza – ha detto un portavoce della società – che ci assicura la sicurezza del nostro borotalco».

Eva Echevarria, che ha presentato una testimonianza filmata alla corte perché troppo malata, ha cominciato a usare la polvere per bambini quando aveva solo 11 anni e ha continuato anche dopo la diagnosi di cancro alle ovai non essendo a conoscenza del rischio che si corre.

Eva ha smesso soltanto dopo aver letto la notizia di una causa vinta da qualcun’altra. «Se ci fosse stato un avviso sulla confezione non sarei in questo stato» ha detto. Echevarria ora conduce questa battaglia per avvisare le altre donne. «Lei sa benissimo di stare per morire – ha detto il suo avvocato Mark Robinson – ma vuole fare qualcosa di buono prima di andarsene».

Un portavoce di J&J ha spiegato che pur empatizzando con chi è stato colpito da cancro alle ovaie, “siamo guidati dalla scienza, che sostiene la sicurezza del baby powder”.

Nella sua forma naturale, il talco contiene amianto, che può “provocare cancro ai o intorno ai polmoni se inalato”, sostiene l’American Cancer Society sostenendo che è dagli anni ’70 che i produttori rimuovono l’amianto e prove di un legame diretto tra talco senza quell’ingrediente e cancro sono “meno chiare”.

L’International Agency for Research on Cancer (Iarc), l’agenzia parte dell’organizzazione mondiale della sanità delle Nazioni Unite e che ha il compito di dettare linee guida sulla classificazione dei rischi relativi ai tumori, indica il talco come “possibile elemento cancerogeno”.

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