Fino a ieri era rimasto in silenzio, il secondo carabiniere, accusato di stupro, dalle due studentesse americane di Firenze. Ha 32 anni ed è originario di Palermo.
Agli inquirenti ha raccontato la sua versione dei fatti, e come l’altro collega, nega la tesi dello stupro.
Il rapporto sessuale, assicura, è stato consensuale.
Ancora più enfatiche le sue parole, sottolinea il Messaggero, secondo cui il carabiniere avrebbe ammesso “un errore”, ma non la violenza, aggiungendo: “Lei era d’accordo, anzi per dire tutta la verità, tutte e due erano d’accordo. Sono state loro a insistere per farci salire a casa”.
Come il collega anche il 32enne nega di essersi reso conto che la ragazza 19enne di origini peruviane fosse ubriaca, nonché stordita dall’hashish.
A confutare la tesi dei due Carabinieri ci sono però i test effettuati in ospedale qualche ora dopo a quanto dichiarato dalle due studentesse americane.
Una serie di decisioni prese quella notte sono all’esame degli inquirenti, ma secondo il Corriere della Sera ci sarebbe anche un “buco di un’ora” che al momento non tornerebbe. La gazella sarebbe rimasta sotto la casa delle due ragazze fino alle ore 3.13, ma non sarebbe ancora chiaro dove si sarebbe diretta dopo essersi allontanata dall’abitazione delle due.
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