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Recenti ricerche scientifiche hanno messo in evidenza che la vitamina D è preziosa per il nostro organismo. E’ una sostanza che oltre a far bene alle nostre ossa, denti, può ridurre anche il rischio depressione, cancro e cardiovascolare.

Pare infatti, che la vitamina D sia in grado di contrastare il cancro evitandone la proliferazione e inducendo la morte cellulare programmata (apoptosi). Secondo quanto è emerso da ricerca pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition, l’assunzione di 1100UI al giorno di vitamina D associata a 1500 mg/die di calcio ha portato a una riduzione drastica del rischio di cancro. Altri studi, condotti dalla Columbia University, ritengono che la vitamina D possa proteggere delle particolari proteine di membrana, essenziali alla comunicazione cellulare. Quando tale comunicazione è interrotta, le cellule arrivano a uno stato di regressione sviluppando tumori. Secondo i loro risultati aumentando la vitamina D plasmatica a 40ng/ml si assisterebbe a una riduzione di oltre 100mila casi di tumore solo negli USA.

Uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association e condotto su oltre duemila donne in post-menopausa, è riuscito a evidenziare che le donne con una quantità maggiore di vitamina D3 e calcio abbattevano del 30% il rischio di cancro. Infine, secondo quanto emerso da un lavoro condotto dal Cancer Treatment Centers of America, i pazienti oncologici sembrano avere anche una caratteristica comune: dosi ridotte di vitamina D.

Diversi studi epidemiologici hanno dimostrato che vi è una forte associazione tra l’insufficienza di vitamina D e il rischio di eventi cardiovascolari, diabete e sindrome metabolica. Diversi studi prospettici hanno suggerito che la carenza di vitamina D predispone gli individui a un maggior rischio di incidenti cardiovascolari: ipertensione, cardiopatia ischemica, morte cardiaca improvvisa o insufficienza cardiaca.

Le fonti alimentari da cui ricavare questa preziosa vitamina, sono piuttosto scarse. Famoso è l’olio di fegato di merluzzo. Contenuto anche nei pesci grassi come il salmone, nel fegato, nelle uova, nel burro, nelle carni rosse e nei vegetali a foglia larga e verde.

Altra fonte da cui attingerla è poi il sole. La radiazione solare ci offre una forma inattiva che, a seguito di reazione di idrossilazione, viene trasformata in calcitriolo – l’isoforma attiva.

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