Si chiamano Laura, David, Ludmila, Fanny, Albert, Manon, e sono le vittime, come tante altre, della strage di Parigi del 13 novembre 2015.
Due anni dopo il Bataclan – 90 morti, 360 feriti – i superstiti raccontano, ricordano e testimoniano. Non soltanto con le parole, ma anche con i tatuaggi.
Dozzine di sopravvissuti hanno scelto questo modo particolare per esprimere a un tempo la loro pena e la loro voglia di vivere, la volontà di non dimenticare e il tentativo di esorcizzare i fantasmi del passato.
I tatuaggi sono la loro cicatrice, perenne, il linguaggio Morse del lutto e del dolore che li attraversa.
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