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Lo scompenso cardiaco è stato recentemente classificato come il killer numero uno. Colpisce più di un milione di persone soltanto nel nostro paese. Da qui si evince l’estrema necessità di trovare al più presto una cura che possa essere davvero efficace nel contrastare queste temibile patologia. E un nuovo farmaco sembra finalmente essere la soluzione: studi recenti, infatti, sono riusciti a evidenziare un netto miglioramento della qualità e della durata della vita dei pazienti che lo hanno assunto. Ecco, nel dettaglio, di cosa si tratta.

Sacubitril/Valsartan è il nome del nuovo farmaco che contiene due tipi di principi attivi. Essi sarebbero in grado di agire a due livelli differenti in caso di scompenso cardiaco. Cosa che sarebbe possibile grazie al connubio tra un medicinale sartanico (Valsartan) che già da molti anni era utilizzato per questo genere di patologia, e il Sacubitril una molecola che inibisce la neprilisina.

«Pazienti anziani spesso con più patologie, arrivano ad assumere quotidianamente fino a 20-25 pillole», spiega ad Adnkronos Michele Senni, direttore dell’Unità strutturale complessa di Cardiologia 1-Scompenso e trapianti di cuore all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Grazie al sacubitril/valsartan le persone affette da scompenso cardiaco potranno assumere solo più una compressa due volte al giorno.

Ma c’è di più. Altro importante aspetto positivo – da non sottovalutare – è che dal trial condotto su oltre 8.400 malati «non emerge soltanto un aumento della sopravvivenza ma anche una migliore qualità della vita in termini di riduzione delle riospedalizzazioni», con una riduzione del 21% di ricoveri per scompenso cardiaco.

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