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Arriva uno stato d’ansia generalizzato quando l’autonomia del cellulare cessa di funzionare e scende pericolosamente verso il basso, e non si ha il caricabatterie con sè.

Lo stesso accade, quando ci si accorge di essere disconnessi, da internet, senza linea, per problemi tecnici o di traffico.

E che dire, quando si pensa di aver dimenticato a casa, smartphone, o tablet? In alcuni casi il disagio e la paura di restare «tagliati fuori» dal mondo digitale è così forte, al punto da poter essere quasi considerato una vera e propria patologia: è il caso della nomofobia (dove «nomo» abbreviazione sta per «no mobile»), ossia l’ansia da separazione da cellulare di cui si sono occupati i ricercatori delle università di Seoul e Hong Kong cercando di identificare le caratteristiche di coloro che sono più a rischio.

«La tecnologia sta diventando più personalizzata e adattabile ai bisogni di ciascuno, attraverso app e caratteristiche che rendono ogni telefono sempre più unico; questo non fa altro che aumentare l’attaccamento all’oggetto — spiega Jang Hyun Kim, responsabile dello studio —. Sentire il telefono come un’estensione dell’io aumenta la probabilità che si sviluppi un’ansia da separazione, che non si riesca a tollerare di allontanarsi dallo smartphone neanche per pochi minuti».

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