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Grandi aspettative vengono riposte nell’arrivo del nuovo anno. Infatti, uno dei desideri più ricorrenti è che l’anno che verrà sia più ricco, felice, bello e fortunato di quello che va via.

Pertanto, c’è chi si affida a gesti scaramantici anche nel cibo. Scegliendo alimenti propiziatori, portafortuna.

Esistono infatti, alimenti che, oltre a fare molto bene alla salute, soprattutto dopo le abbuffate natalizie, sono anche propiziatori perché ben auguranti, secondo tradizioni anche regionali, che vengono tramandate di padre in figlio.

I cibi preziosi che non possono mancare sulle tavole degli italiani a Capodanno sono:

Peperoncino: piccante e salutare, ne basta davvero poco per insaporire i piatti, conferendo forza e vitalità. Ricco di proprietà benefiche è afrodisiaco è vaso dilatatore. E’ stato importato da Colombo dalle Americhe in tutta l’area mediterranea, e poi esportato in tutto il resto del mondo. Grazie al suo colore rosso, essendo molto simile al corno napoletano e ritenuto un valido portafortuna contro male lingue e malocchio, secondo tradizione popolare, soprattutto campana.

Melagrana: è una pianta che era ritenuta sacra dalle dee Giunone e Venere e, fin dall’antichità, era simbolo di fertilità, abbondanza e longevità. Molte civiltà onoravano questo frutto attribuendogli addirittura poteri magici. Numerosi studi scientifici, sostengono che abbia un’eccezionale potere antiossidante.

Uva: rappresenta da sempre allegoria e ricchezza. Ancora oggi – non può mancare a fine anno come simbolo benaugurale di salute, benessere e prosperità. Mangiare 12 chicchi d’uva allo scoccare della mezzanotte è una tradizione originaria delle Marche ma anche della Spagna. Secondo la tradizione marchigiana. Ogni acino corrisponde ad un mese dell’anno, mentre per gli spagnoli ogni acino rappresenta un rintocco delle campane e, in questo caso, perché l’espediente funzioni ne va mangiato almeno uno ad ogni rintocco.
L’uva è un frutto che da’ energia, aiuta a disintossicare l’organismo, ha proprietà diuretiche, è un valido lassativo e aiuta in molti casi anche in presenza di problemi circolatori.

Mandarino: rappresenta il frutto dell’eternità per la sua forma tondeggiante. E’ auspicio di lunga vita. Ma non solo. Anche il suo colore brillante ricorda tanto quello dell’oro e quindi la ricchezza. Ricco di vitamina C, nobiletina, sostanza che aiuta l’organismo ad eliminare l’accumulo di grasso nei tessuti e nel fegato e a migliora l’attività dell’insulina; il mandarino, contiene anche acido ascorbico fondamentale per la produzione di collagene. Che migliora l’elasticità della pelle e fa da scudo protettivo contro i raggi UV del sole.

Lenticchie: sulla tavola di Capodanno sono un elemento irrinunciabile come auspicio di fortuna e ricchezza per l’anno che sta per iniziare. Molto buone con cotechino o zampone. Un legume ricco di ferro e proteine. Contrasta l’anemia, rinforza i muscoli essendo anche ricco di potassio e regola la pressione sanguigna. Riduce il colesterolo cattivo e i trigliceridi, depura il fegato e contrasta la stipsi grazie alle fibre contenute in abbondanza.

Riso: fin dall’antichità, rappresenta ricchezza, purezza e abbondanza e, ancora oggi, viene usato come augurio di felicità e fecondità. Grazie alla capacità dei chicchi di raddoppiare di volume dopo la cottura. È il cereale principale da assumere in caso di insufficienza renale in quanto povero di proteine e di sodio. Ha la capacità di favorire l’eliminazione dell’urea, di depurare e rigenerare l’apparato digerente. Essendo privo di glutine è adatto anche ai celiaci.

E ancora, frutta secca, come fichi, mandorle, nocciole, uva, datteri, mais, pistacchi, noci, ecc. È un portafortuna soprattutto in Francia, dove si devono mangiare ben 13 tipi di frutta secca. Da noi ci si accontenta di 7 (ancora questi due numeri!): noci, nocciole, arachidi, uvetta, mandorle, fichi e datteri. Il motivo? Per i Romani la frutta secca era un simbolo ben augurante, soprattutto durante i matrimoni (le famose nozze coi fichi secchi…). Frutta secca dal guscio duro e dall’interno morbido come mandorle, noci e nocciole divennero in seguito simboli cristiani di interiorità e di misticismo, l’opposto del maiale.

Gli alimenti sconsigliati per evitare la sfortuna, sono invece: granchi, aragoste e gamberi, perché camminano all’indietro e rappresentano pertanto un arresto. Sconsigliati anche i volatili: piccioni, fagiani, anatre, quaglie, perché volando potrebbero far scappare altrove la fortuna.