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Sperimentato con successo al San Gerardo di Monza, il “Fecal microbiota transplantation”, una tecnica in grado di trapiantare il materiale fecale da un donatore sano a ad uno “portatore” di germi resistenti alla quasi totalità degli antibiotici ospedalieri a disposizione. Batteri capaci di causare severe infezioni anche incurabili sino a condurre anche alla morte.

Una tecnica che il reparto di Malattie infettive dell’ospedale San Gerardo di Monza spera di poter applicare grazie alle possibilità di “decolonizzazione” del tratto gastro-intestinale nei pazienti affetti da Klebsiella Pneumoniae Carbapenemasi-produttrice (KPC). Infezione batterica opportunistica, altamente resistente all’antibioticoterapia, in grado di provocare sepsi sistemiche che possono, con molta probabilità, condurre sino alla morte.

“Lo studio in questione ha preso avvio dall’osservazione del forte aumento di infezioni multi-resistenti causate dal batterio KPC sul nostro territorio.. Un’infezione che ha un tasso di mortalità nei pazienti immunodepressi di circa l’80%, ed estremamente difficile da eradicare. Si fatica a decolonizzare il paziente una volta contagiato: in realtà non si eradica l’infezione pressoché mai — spiega Andrea Gori, responsabile della sperimentazione, direttore del Dipartimento di medicina interna e dell’U.O. malattie infettive dell’Ospedale San Gerardo di Monza — E l’infezione colpisce i pazienti più fragili, come chi è immunodepresso o ha subito recentemente un trapianto”.

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