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L’adolescenza arriva oggi in anticipo, e dura più a lungo rispetto a qualche tempo fa. Ne sono convinti alcuni esperti che hanno pubblicato su ‘Lancet Child & Adolescent Health’ uno studio: l’adolescenza va dai 10 ai 24, i ragazzi continuano a studiare a lungo, si sposano tardi e rinviano la scelta di diventare genitori. Ma occorre modificare, dicono, la definizione per assicurare ai propri figli una maggior appropriatezza dal punto di vista legale.

“Benché molti privilegi legali dell’età adulta inizino a 18 anni – afferma Susan Sawyer, direttore del Centro per la salute degli adolescenti del Royal Childern’s Hospital di Melbourne – l’adozione di ruoli e responsabilità adulte generalmente inizia dopo“.
Rinviare l’indipendenza economica, la scelta di un compagno o di avere figli significa che la “semi-dipendenza” che caratterizza l’adolescenza si è espansa, dice l’esperta.
Ma quando inizia la pubertà? In genere si considera che inizi quando l’ipotalamo nel cervello inizia a rilasciare un ormone in grado di attivare la ghiandola pituitaria e le gonadi. Ciò accade intorno ai 14 anni, ma nel corso del tempo, e con il miglioramento di salute e alimentazione, nella maggior parte dei Paesi sviluppati l’età intorno ai 10 anni. Di conseguenza l’età media della prima mestruazione in molti Paesi sarebbe scesa entro i 12-13 anni, ma a volte anche prima.

Ma non solo: ci sarebbero degli argomenti biologici a sostegno dell’estensione dell’adolescenza, incluso il fatto che il corpo continua a crescere anche dopo. Il cervello, ad esempio, matura fino a oltre 20 anni, mentre i denti del giudizio in molti casi non appaiono fino ai 25.

Sawyer sottolinea soprattutto l’effetto dei cambiamenti a livello sociale. Cambiamenti di cui la famiglia e la società devono tener conto, ad esempio estendendo i sostegni ai giovani fino ai 25 anni di età.
“Le definizioni sull’età sono sempre arbitrarie – scrive – ma la nostra attuale definizione di adolescenza è davvero troppo ristretta. La fascia d’età 10-24 anni è più adatta allo sviluppo degli adolescenti moderni“. In disaccordo invece Jan Macvarish, sociologo dell’University of Kent che sostiene che il rischio è quello di infantilizzare ancora di più i giovani, e “patologizzare il loro desiderio di indipendenza“.

Perché, dice “considerare i ragazzini teenager troppo a lungo potrebbe tradursi in un pericoloso ‘adolescenti per sempre’”.

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