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La possibilità di avere un bambino sano fino a 30 anni, per ogni ciclo di fecondazione assistita è del 35-40%; a 38 anni la percentuale cala al 20%; a 40 anni al 10%; a 42 al 5%; fino ad arrivare all’1-2% a 45 anni.

Questi i numeri dati da Mario Mignini Renzini, responsabile della Ginecologia degli Istituti clinici Zucchi di Monza.

Questo uno dei temi principali affrontati nel corso del Congresso nazionale sulla procreazione medicalmente assistita che si è tenuto il 23 e 24 febbraio a Firenze per iniziativa di Luca Mencaglia, presidente della Fondazione Pma Italia.

L’età media delle coppie che cerca una gravidanza continua a salire, soprattutto per quanto riguarda le donne. Più gli anni passano, più la possibilità di restare incinte e portare avanti una gravidanza decrescono, per colpa degli ovociti. Ma all’aumentare dell’età della donna aumenta anche il rischio di aborto spontaneo e il rischio che il prodotto del concepimento presenti gravi malformazioni cromosomiche. «Questo non è legato all’impiego della Pma, ma all’invecchiamento ovarico» spiega l’esperto Mignini Renzini.

Con la gravidanza tardiva aumentano infatti anche patologie come il diabete e l’ipertensione gestazionali, il distacco della placenta. Oggi le donne che hanno superato i 36-37 anni, sono circa una su tre. L’età media al parto è salita a 32 anni, mentre gli uomini hanno la prima paternità intorno ai 35 anni.