Quando la scorsa estate la Rai contattò Claudio Baglioni per chiedergli se fosse interessato a condurre il Festival di Sanremo, lui rispose: «certo che non avete nessuno…». A rivelarlo è proprio il cantautore romano, conduttore del Festival più seguito e apprezzato degli ultimi anni. «Nessuno si auspicava un successo così», rivela il cantautore italiano al Corriere della Sera prima di paragonare Sanremo a un lusso «che ci si può concedere una volta nella vita, magari con un senso di ambizione scandaloso». (altro…)
Il dittatore della Corea del Nord, Kim Jong-un, ha incontrato il presidente sudcoreano Moon Jae-in al confine con la Corea del Sud, in una storica cerimonia che segna un nuovo passo in avanti verso la pace fra i due Stati e il mondo intero. (altro…)
Yuna è una bimba di 8 anni con un raro disturbo mentale che la fa sembrare molto più piccola degli anni che ha. Una diagnosi che è arrivata solo grazie alla madre, che studiava la malattia ancora prima di metterla al mondo.
Uno dei geni FOXG1 di Yuna è affetto da una mutazione genetica: al suo interno manca un pezzo, il nucleotide 256 dell’86esimo dei suoi 489 amminoacidi.
Soo-Kyung Lee, 42 anni, madre della bambina, è una brava ricercatrice sudcoreana che lavora alla Oregon Health and Science University, negli Stati Uniti, insieme al marito. La loro professione e soprattutto la loro conoscenza del settore li ha spinti ad eseguire un’analisi del dna della loro Yuna, nonché a chiedere aiuto al neuroradiologo Jim Barkovich, tra i più stimati al mondo.
Barkovick, infatti, è stato lui ad ipotizzare la patologia di Yuna e a rassicurarli per una seconda gravidanza: la mutazione di Yuna è casuale e non è ereditaria, rassicurandoli sulla seconda gravidanza.
Oggi Yuna ha 8 anni e pesa 18 kg, 4 kg in meno al fratellino Joon che ha 5 anni. Cognitivamente parlando la piccola dimostra 1 anno e mezzo: non sa parlare, non sa camminare né riesce a stare in piedi, deve indossare sempre il pannolino. I genitori l’hanno iscritta ad una scuola per permetterle di stare insieme ad altri bambini e soprattutto per continuare a sperare che possano esserci dei miglioramenti dal punto di vista fisico e cognitiva.
Ad Arisa piace molto cambiare look, e per questo lo fa con una certa frequenza. Soprattutto per quanto riguarda i capelli. L’abbiamo vista, infatti, in versione rasata al naturale o biondo platino, coi capelli lunghi al naturale, con le extension o con le parrucche.
Arisa in uno scatto postato su Instagram appare ora bionda, quasi da sembrare Marilyn Monroe.
Questa l’ultima trovata della cantante, che di recente si era fotografata a farsi la barba.
“Il digestivo #alpestre (un amaro antichissimo senza zucchero fatto con erbe speciali) fa crescere i capelli biondi in poche ore, li lucida e li mette in piega. Provare per credere e poi ti senti leggggggggeeeeeroooo..” ha scritto per commentare questa nuova trovata in fatto di look. Giusto il tempo di postare la foto e poi però la cantante è tornata nei suoi consueti panni, con i capelli corti e scuri, come testimoniato nelle stories successive.
Una parrucca dunque?
Nei giorni 11, 12 e 13 maggio si terrà a Milano, presso il Chiostro del convento dei Frati Cappuccini in viale Piave 2, la mostra “Lo Sguardo Altrove – Sculture e Versi contro l’indifferenza corale”. L’evento è realizzato con il patrocinio del Comune di Milano, col patrocinio e contributo del Municipio 3, in collaborazione con Opera San Francesco e con la partecipazione della fio. PSD (Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora) e di Comieco.
La mostra propone un percorso esperienziale fra le sculture di Matteo Volpati e i versi di Guido Lopardo, ideatori del progetto. Nei tre giorni di esposizione, il visitatore avrà la possibilità di poter entrare in contatto con le sculture realizzate con dimensioni e sembianze umane, contaminate dalle parole dirette e dai ritmi mistilinei delle poesie tratte dalla raccolta “La Corazza di Ettore“. Le persone senza dimora, nella loro condizione di povertà, solitudine ed emarginazione, sono rappresentate dagli artisti attraverso una prospettiva inedita.
Quella dello ‘sguardo altrove’ dei più nei confronti di una umanità che viene percepita come ‘altra’ e dunque non considerata, un atteggiamento comune e condiviso che alimenta e aggrava il problema. “Il concetto dello ‘sguardo altrove’ – tratto da un verso della poesia “Lacrime Sporche”, la stessa che mi ha portato a conoscere Matteo – ha assunto sempre più spessore. Fino ad arrivare a sintetizzare l’obiettivo più profondo di questa mostra: non tanto segnalare l’esistenza del fenomeno della povertà o della condizione dei senza dimora, quanto mettere al centro noi stessi e tutte le persone ‘normali’ che con noi condividono la corale indifferenza al problema. Siamo indifferenti, seppur consapevoli, ed è questo, credo, l’aspetto che fa più male”, ha dichiarato Guido Lopardo. “Le persone senza dimora sono gli ultimi, sono i disperati che tutti tendiamo a dimenticare. Tuttavia, se ci fermassimo a prestare loro attenzione, potremmo coglierne la ricchezza di sfumature. È quello che ho cercato di fare con le mie sculture: catturarne e rappresentarne tutta l’umanità”, ha aggiunto Matteo Volpati.
La combinazione di scultura e poesia rafforza questo messaggio, le due forme espressive diventano un solo linguaggio declamato a due voci. Tutto è coerente: le opere (sia le sculture, sia le poesie) sono state create con cartoni di scarto. Quegli stessi che troppe volte diventano un tetto, una coperta e quasi una seconda pelle per le persone senza fissa dimora. “Le forme modellate con maestria da Matteo Volpati mostrano chiaramente di essere state realizzate da chi ha la stessa sensibilità e l’attenzione che vediamo nei volti dei nostri volontari che prestano ogni giorno servizio in OSF. I versi di Guido Lopardo comunicano tutta la consapevolezza e l’umanità di chi ha osservato con attenzione chi è in cerca di aiuto, per poi raccontarlo”, ha così commentato Padre Maurizio Annoni, presidente di Opera San Francesco, tra i sostenitori di questa mostra, portando l’attenzione anche su chi non volge lo sguardo altrove, come gli oltre 930 volontari e i benefattori di OSF. Luca Costamagna, assessore alla cultura Municipio 3 ha dichiarato: “Questa mostra mette al centro l’urgenza della capacità di osservare, la necessità di scrutare l’orizzonte delle cose da fare facendone emergere l’anima, i volti, le persone. Ogni giorno a contatto con associazioni e realtà del territorio, come istituzione ci rendiamo conto che la solitudine di certe situazioni e l’incapacità di certe opere di essere conosciute è dovuta proprio all’assenza di sguardi che non ne permette la conoscenza. Il lavoro che operiamo ogni giorno è quello di rafforzare davvero, nonostante tutte le difficoltà, il compito di regia pubblica che vuole mettere in relazione realtà che compiono attività simili per simili bisogni”. Per l’alto valore artistico e il messaggio civico che porta con sé, la mostra si avvale del patrocinio del Comune di Milano, del patrocinio e contributo del Municipio 3, della collaborazione di OSF e della partecipazione di fio. PSD e Comieco. L’inaugurazione si svolgerà venerdì 11 maggio alle ore 18.30 alla presenza delle autorità civili e religiose della città, e sarà aperta a tutta la cittadinanza. L’iniziativa sarà illustrata da Leonardo Servadio, giornalista. La serata prevede la lettura di alcune poesie a cura di Ottavio Tonti, con musiche originali di Cosimo G. Lopardo. La mostra rimarrà aperta sabato 12 e domenica 13 maggio dalle ore 10 alle 19.30.
“Lo Sguardo Altrove – Sculture e Versi contro l’indifferenza corale” 11-13 maggio 2018 Milano, Chiostro del convento dei Cappuccini (viale Piave, 2) Per informazioni: losguardoaltrove@gmail.com
GLI ARTISTI
Matteo Volpati Nato a Milano nel 1973, ha frequentato la scuola di illustrazione del Castello Sforzesco e ha conseguito la laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Brera nel 2003. Dal 2006 espone regolarmente in Italia e all’estero sculture di animali e uomini, a volte unite in un solo corpo, come messaggio di unicità. Nel 2010 inizia il sodalizio artistico con la galleria DIMA art&design e, quando le sue grandi sculture vengono scelte per rappresentare lo stand dell’azienda Ares all’Euroluce di Francoforte, entra a far parte dell’équipe creativa. Negli anni approfondisce la ricerca grafica e plastica, segnando altre tappe importanti del percorso artistico, con mostre personali e collettive. ANIMALa Natura è l’ultima, ricchissima, mostra personale, inaugurata nell’ottobre 2016 presso DIMA art&design. Il tema degli ultimi, le persone senza dimora che vivono ai margini della società, spesso invisibili e dimenticati, è oggi al centro dell’opera di Volpati.
Guido Lopardo Lucano di sangue, pugliese di sole. Curioso del mondo, studioso dell’uomo. Fisiologicamente legato all’arte. Si traccia così la forma mistilinea del viaggio e della formazione di Guido Lopardo. Approdato a Milano per motivi professionali, lavora nel mondo della comunicazione, dell’organizzazione di eventi e dell’insegnamento. Dalla passione per la parola scritta e recitata è nata “La corazza di Ettore”, la sua prima raccolta di poesie, impronte su carta per condividere le impressioni sulla vita e sulla sua vita. Con la poesia “Ostativo” ha vinto il terzo premio al concorso nazionale “Nuova scrittura Ermetica 2018”.
Esce oggi, venerdì 27 aprile su etichetta Sony Music >BENGALA, il nuovo album di inediti di Lorenzo Fragola, a due anni di distanza da ‘Zero Gravity‘. Anticipato dall’inedito ‘Battaglia Navale‘, questo nuovo album contiene 10 brani tutti inediti, delle vere e proprie fotografie di un percorso intenso, vero, talvolta “crudo” intrapreso dall’artista per cercare una nuova direzione, non solo musicale.
BENGALA è un disco che possiamo definire “personale”: una vera e propria esplorazione di mondi fisici e sonori, spesso anche inediti, che ha portato allo sviluppo di un progetto che racchiude rischi, incontri, incognite e sorprese di un viaggio non ancora concluso.
“BENGALA è il razzo di segnalazione per il soccorso in mare – afferma Lorenzo – Ho scelto di chiamare così quest’album per segnalare una posizione, che spero possa essere chiara e visibile a tutti dopo l’ascolto. BENGALA indica un punto, non un arrivo. Il punto di un lavoro che proseguirà ancora in questo viaggio con la musica che ho la fortuna di poter fare ogni giorno.”
Registrato tra Amsterdam, Catania, Roma, Milano e Como, il disco è lo specchio di Lorenzo Fragola oggi.
Una “sfida” raccolta e curata in ogni dettaglio personalmente, che l’ha portato a compiere scelte importanti come, per la prima volta, il coordinamento generale dell’intero progetto (dalla scrittura di ogni brano alla scelta di ogni aspetto sonoro, fino alla finalizzazione del lavoro, calandosi anche nelle vesti di produttore).
I brani contenuti nell’album rappresentano alla perfezione l’evoluzione di Lorenzo. Catturano le fasi della sua maturazione, i cambiamenti che lo hanno portato a prendere coscienza di sé e ad affrontare le paure incontrate nel corso di questi anni.
Frutto di una scrittura durata oltre un anno e mezzo, BENGALA è un disco eterogeneo, rappresentativo. Per costruirlo, l’artista ha voluto accanto a sé professionisti, amici come i produttori, Federico Nardelli (a lui la cura di Lontanissimo, SuperMartina, Vediamo Che Succede, Miami Beach, Imbranati, Bengala), MACE (producer di Battaglia Navale, Cemento), SRNO (Echo) e Fausto Cogliati (Amsterdam).
La tracklist:
1. Battaglia Navale 2. Lontanissimo 3. SuperMartina (feat. Gazzelle) 4. Vediamo Che Succede 5. Echo 6. Miami Beach 7. Cemento (feat. Mecna & MACE) 8. Amsterdam 9. Imbranati 10. Bengala
BENGALA è disponibile anche in versione vinile e nella versione CD Deluxe (con copertina rigida e libretto da 32 pagine con contenuti speciali). In esclusiva per Amazon, inoltre, un’edizione del vinile a tiratura limitata autografata, color red strawberry.
Foto Chiara Mirelli
Venduto all’asta, per 100 mila sterline, il menù che doveva essere servito a bordo della celebre nave da crociera, affondata, il Titanic. Per una cifra corrispondente ai nostri 114 mila euro.
Il pranzo, prevedeva tra i piatti principali, salmone, pollo arrosto e un pudding ‘sans souci’, e fu servito solo agli ufficiali il primo giorno delle prove di navigazione il 2 aprile 1912. La storia è stata raccontata dalla Bbc.
Il foglio apparteneva al secondo ufficiale Charles Lightoller, il membro più anziano dell’equipaggio che è sopravvissuto al naufragio. Il quale lo diede a sua moglie al momento di lasciare Southampton il giorno 10 aprile del 1912.
Il cimelio è stato venduto all’asta ad un collezionista britannico.
Tra i pezzi venduti figurano anche una chiave per la stanza delle mappe della nave, acquistata da un collezionista del Texas per 78 mila sterline e il distintivo di uno steward annegato, Thomas Mullen, venduto per 57 mila sterline.