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Sono in arrivo le prime piante in grado di nutrirsi di farmaci, assorbirli e accumularli nelle proprie radici: pioppi che hanno acquisito tale capacità grazie ad un processo di selezione tradizionale che in futuro potrebbe consentire loro di essere utilizzati all’uscita degli impianti di depurazione.

Il loro utilizzo è infatti stato descritto in modo dettagliato nella rivista scientifica Science of The Total Environment, e il loro risultato è dovuto anche ad una collaborazione, ricerca coordinata dall’Italia, con l’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, e il Centro tedesco Helmoltz di Monaco.

Le piante modificate sono in grado di assorbire i farmaci dispersi nelle acque reflue dei centri urbani. Sono della specie, pioppi bianchi della varietà Populus alba clone Villafranca, già noti per la capacità di accumulare metalli pesanti e sostanze organiche estranee agli organismi (xenobiotici) presenti nel suolo e nelle acque. La ricerca appena pubblicata ha avuto la possibilità di poter valutare la capacità di queste piante di poter assorbire, trasformare e accumulare nelle radici sostanze inquinanti di origine farmaceutica, come il principio attivo diclofenac presente in molti farmaci anti-infiammatori non steroidei, e pertanto, nelle acque reflue urbane.

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