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Estate, scuole chiuse per 3 mesi. La soluzione ideale, per tanti genitori e ragazzi è quella dei campi estivi.

Le ‘colonie’, così chiamate negli anni 70/80 sono ora delle vere e proprie settimane di attività ricreative, culturali, sportive, incentrate su attività legate all’arte, alla creatività, al coding, al cinema, alla letteratura, agli studi sociali, al volontariato, alla natura e alla vela, alla tutela ambientale e chi più ne ha più ne metta.

Sempre più istituti scolastici pubblici tengono aperti i cancelli per lo svolgimento dei campi estivi per gli alunni, per attività di gruppo con mensa o pranzo al sacco inclusi. E’ previsto un coinvolgimento anche da parte dei genitori che spesso, laddove il Comune non si occupa di nulla, colmano il vuoto con gruppi, associazioni ed organizzazioni per l’attività estiva dei figli, magari svolta nei giardini e nelle palestre degli stessi istituti scolastici, in accordo con i responsabili delle sedi.

Alcune Regioni, ad esempio, supportano le spese delle famiglie in difficoltà economiche, nell’iscrizione dei figli nei campi estivi comunali.

In Emilia Romagna, ad esempio, la Regione ha stanziato 6 milioni di euro per aiutare i genitori che lavorano ma hanno meno disponibilità economiche a fronteggiare la spesa per il campus dei loro figli. Oppure per i campus estivi “Io C’Entro”, organizzati dalla cooperativa L’Abbaino (consorzio Co&SO) in collaborazione con il Comune di Firenze.

Basta allora saper scegliere e vedere cosa offre la città in cui si risiede. L’estate è un’ottima occasione per bambini e ragazzi di gioco all’aria aperta, ‘fuori’ dalle mura domestiche e lontani dal computer, tv, e telefono, crescere, conoscere, socializzare e apprendere aspetti e attività nuove che non si svolgono prima durante l‘anno scolastico, perché presi dallo studio, dallo sport e da altre attività culturali.