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Camminare fa bene a tutti, ma la velocità a cui bisogna procedere per fare in modo che l’esercizio fisico sia anche efficace è un’andatura che ci lascia il fiato per parlare ma che non consenta di cantare.

In un numero interamente dedicato alla camminata, il British Journal of Sports Medicine, arrivano delle indicazioni pratiche su come regolare la propria andatura basandosi su un indicatore semplice e alla portata di tutti: il numero di passi fatti al minuto.

L’analisi, dal titolo «quale velocità è veloce abbastanza?», ha preso in considerazione le ricerche più rilevanti condotte su centinaia di uomini e donne con più di 18 anni, con indici di massa corporea diversi. Gli esperti concludono che, per garantire un’attività di intensità moderata, la cadenza di un adulto non deve scendere al di sotto dei 100 passi al minuto. In pratica, questo significa contare i passi fatti in 10 secondi e moltiplicare il numero per sei: il risultato deve essere superiore a 100. Per l’attività vigorosa, gli studi suggeriscono una cadenza di 130 passi al minuto.

«In genere, nella vita di tutti i giorni, camminiamo a velocità ben inferiori» ci spiega Roberto Bottinelli, ordinario di Medicina dello sport in ateneo e dirige il Centro di Medicina dello Sport dell’IRCCS Maugeri di Pavia. «Le indicazioni, come questa, relative alla cadenza, ma anche quelle sul numero minimo di passi da fare al giorno (10mila) sono delle evidenti approssimazioni, da adeguare alle condizioni di ciascuno, ma che rispondono ad un’unica strategia: aiutare le persone a muoversi. Ciò è più facile introducendo delle modificazioni durature alle proprie abitudini, attraverso l’adozione di protocolli seguibili da tutti e attività compatibili con la vita di tutti i giorni».

Le raccomandazioni dell’Oms stabiliscono ad esempio 150 minuti a settimana di attività fisica di moderata intensità. Spiegando che fare movimento è uno dei maggiori fattori di rischio per la nostra salute.

«I benefici dell’attività fisica includono una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, causa di un decesso su cinque in Europa, e respiratorie; lo sport aiuta le donne con tumore al seno, cardiopatici e infartuati e porta benefici cognitivi. Quelli psicologici sono i più immediati, perché muovendoci produciamo endorfine» spiega il professor Bottinelli. Ma fare due passi non basta: «Per essere scientificamente certi l’attività fisica abbia effetto nel ridurre il rischio bisogna fare 30 minuti di esercizio moderato al giorno. E comunque non stiamo ancora parlando di allenamento fisico, ma di semplice mantenimento in salute dell’organismo. È incredibile come di fronte a queste evidenze, che non ci stanchiamo di riferire, non si riesca a convincere le persone a fare dell’attività fisica».

Gli anziani o coloro che hanno problemi di deambulazione devono rivolgersi ad uno specialista dello sport che prescriva loro il tipo di esercizio e l’intensità più efficaci.

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