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Tumore al cervello: genitori rifiutano la chemioterapia. Ragazza di 14 anni muore tra le braccia della mamma

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Pensavano di curare la figlia di 14 anni malata di tumore al cervello con incenso, curcuma e tè verde. «Ci sono storie su internet in cui molte persone si sono curate con olii essenziali per sciogliere i tumori» hanno spiegato i genitori ai medici a cui chiedevano per la loro ragazza infusioni di vitamina C e perossido di idrogeno. Non volevano la chemioterapia, temendo che avrebbe ucciso anche le cellule buone e la loro stessa figlia. Ma Zara, nome di fantasia, è morta qualche giorno fa ad appena 14 anni, un anno dopo la diagnosi. Quando il 31 luglio scorso è intervenuto il Tribunale per ordinare la chemioterapia Zara era già in coma. Era ormai troppo tardi.

La storia è arrivata da Cleveland, Ohio, Stati Uniti ed è stata raccontata da Cleveland.org. Nel settembre del 2017 Zara ha cominciato ad accusare frequenti mal di testa e vomito. Poco dopo le è stato diagnosticato un tumore al cervello: la massa tumorale era di «bassa gravità», ma era completamente aggrovigliata con i vasi sanguigni che alimentavano il cervello e premeva contro il nervo ottico.

Quando i medici della Cleveland Clinic hanno visitato la ragazza era già quasi cieca all’occhio sinistro. Le è stato drenato liquido cerebrale in eccesso. I medici avevano avvertito i genitori che non si poteva attendere altro tempo per intervenire perché l’aumento degli ormoni in età della pubertà avrebbe potuto far crescere ulteriormente il tumore. Ecco perché le dimensioni del tumore non potevano essere ridotte chirurgicamente: ma, l’unica possibilità che c’era per la ragazza era quella di procedere con radioterapia e chemioterapia. Ma la famiglia ha rifiutato. Per i genitori questo tipo di terapie convenzionali servivano solo per alimentare gli interessi finanziari di ospedali e case farmaceutiche. I medici hanno allora segnalato il caso alle autorità competenti. Nel corso delle udienze tenute in tribunale cui sono stati sentiti vari medici si è parlato dei pochi studi incentrati sulla medicina ayurvedica legata ai tumori, ma non è naturalmente mai emerso nulla di concreto e di scientificamente provato.

A febbraio la situazione è peggiorata. Zara non riusciva neppure più a leggere. Si sono susseguite altre udienze, a fine luglio il giudice ha ordinato il trattamento coatto. Due giorni prima che iniziasse la chemioterapia la ragazza è svenuta a casa. Giovedì 8 agosto è morta tra le braccia della madre.

Ormai era troppo tardi.

Giovanna Manna

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