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Pronto già l’algoritmo che smaschera le fake news meglio di quanto non riescano a fare gli esseri umani: analizzando punteggiatura, vocaboli, struttura grammaticale e complessità dei testi, è possibile riconoscere le ‘spie’ linguistiche che caratterizzano le bufale in modo da bloccarle subito sul nascere, prima ancora che possano generare clic e manipolare l’opinione pubblica.

Il sistema, che potrebbe essere applicato a social media e siti aggregatori di notizie come Google News, verrà presentato dai ricercatori dell’Università del Michigan in occasione della prossima Conferenza internazionale di linguistica computazionale a Santa Fe, nel Nuovo Messico.

I primi test dimostrano infatti che l’algoritmo è applicabile a notizie di qualsiasi genere ed è anche più veloce della mano dell’uomo.

Riesce infatti a bloccare le bufale appena nate in Rete, prima ancora che sia possibile verificarle attraverso controlli incrociati con altri testi. Inoltre lo fa con un’accuratezza che arriva fino al 76%, mentre l’occhio umano solitamente si ferma al 70%.

L’algoritmo ha dunque i numeri giusti per poter lavorare al servizio di social media e siti di informazione, come spiega la ricercatrice Rada Mihalcea: “il sistema potrebbe aiutare gli utenti dando una stima dell’affidabilità di singole storie o di un intero sito. Oppure potrebbe evidenziare le storie sospette da verificare. Un tasso di successo pari al 76% lascia ancora un certo margine di errore, ma può comunque fornire un aiuto prezioso se affiancato all’occhio umano”.

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