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Da giovedì 13 settembre, in commissione Attività produttive alla Camera, prenderà il via l’esame dei ddl sulla chiusura domenicale. “Sicuramente entro l’anno, approveremo la legge che impone lo stop nei weekend e nei festivi, con turnazione e l’orario che non sarà più libero”, ad annunciarlo è il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, spiegando che “quella liberalizzazione sta distruggendo le famiglie italiane. Bisogna ricominciare a disciplinare orari di apertura e chiusura”. Ma la proposta divide: ottiene il plauso di Chiesa e Cgil e il no della grande distribuzione.

“E’ una grazia attesa”, dice mons. Giancarlo Maria Bregantini, mentre per la Filcams “è una priorità”. Per Confcommercio “una regolamentazione minima e sobria è una via percorribile e imprescindibile”. Non è dello stesso avviso però la grande distribuzione organizzata, che prevede 40-50mila tagli ai posti di lavoro.

Le proposte di legge – L’obiettivo è tornare a prima della riforma Monti del 2011 (decreto Salva Italia), che ha liberalizzato il lavoro festivo nel commercio. Le proposte di legge sono cinque: una della Lega, una M5S, una del Pd, una stilata dal consiglio regionale della Regione Marche e, infine, una di iniziativa popolare. La più restrittiva è quella della Lega (che porta come prima firmataria Barbara Santamarini), che prevede possibili deroghe al divieto di apertura solo per le città che hanno vocazione turistica, le quattro domeniche di dicembre e ulteriori quattro domeniche o festività nel corso dell’anno. Quella del Movimento arriva, invece, a 12 aperture l’anno.

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