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Una grande e bellissima sfilata è andata in scena all’aeroporto di Linate. L’idea è nata dopo le trasferte di Parigi e Londra. Per tornare a casa, re Giorgio ha fatto le cose veramente in grande, facendo imbarcare 2400 ospiti come se essi dovessero partire realmente.

‘Emporio Armani Boarding’ così è stata chiamata la sfilata. File lunghissime per il controllo dei documenti, e poi ancora per quelli di sicurezza, con più di un’ospite costretta a togliere tacchi e gioielli per passare il metal detector. E poi ancora il classico corridoio chiuso che porta alle navette per i velivoli, ma che questa volta si apriva sulla visione dell’hangar trasformato nel set della sfilata: un grande spazio allestito con tubi innocenti con al centro quattro buche per ospitare i 100 vincitori del concorso indetto dal brand. Non una serata di quelle che si improvvisano ma con 150 operai che hanno lavorato alla costruzione del palco per 10 giorni, mentre ci sono voluti 4 mesi di progettazione per l’intero evento, culminato con l’esibizione di Robbie Williams, apparso a sorpresa in giacca di paillettes e kilt blu, per la gioia di ospiti come la coppia formata da Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo, il regista Gabriele Muccino, Benedetta Mazzini, la top model Eva Riccobono, lo youtuber Cameron Dallas. E ancora la musica di Jack Savoretti, Levante, Ghali, Baby K, Nina Zilli e Fabio Rovazzi, dal calcio Mauro Icardi e signora, dallo sport Federica Pellegrini e Francesca Schiavone, ma anche il conduttore Alessandro Cattelan e la principessa Pauline, figlia di Stephanie di Monaco. E l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia e il prefetto Luciana Lamorgese.

Quando il maxischermo alle spalle del palco si è acceso lo show è decollato, con le collezioni per lui e per lei per la prima e pare unica volta in passerella insieme. E con una location così, il tema non poteva essere che quello del viaggio, a partire dai tessuti, che hanno una consistenza aerea nei blazer da donna destrutturati, negli abiti da uomo fluidi, nei trench lunghi. Per muoversi veloce, il lui con bermuda in vinile (giacca, boxy o comoda come una maglia), lei tute drappeggiate senza spalline o pantaloni fluidi ripresi al ginocchio portati con top scintillanti. Tutto è svelto e giovane: anche l’abito lungo portato con il maxizaino e il giubbino di denim lungo, il completo maschile con il cappellino sportivo con la visiera. Per la sera, poi, gli abitini sono color verde acido o blu elettrico incrostati di cristalli e con il corpino logato, ma anche shorts di paillettes, che osa anche lui, insieme alla giacca con ricami che ricordano gocce d’acqua. Quando si spengono le luci, Armani è una rapida visione: partono le note di ‘Let me entertain you’ e Robbie Williams travolge tutti con la sua irriverenza. Prima mostra il lato B alzando velocemente il kilt, poi omaggia l’amico George Michael, scomparso nel 2016, con una cover di ‘Freedom’: “Io non sono omosessuale. Però, per il mio George Michael – dice – lo sarei stato almeno un pochino. Mi manchi George”. E poi via con una carrellata di successi, da ‘Love my life’, dedicata ai figli, a ‘Monsoon’, passando per un duetto a sorpresa con il padre e un siparietto con un’ospite, fino all’omaggio ad Armani, “leggenda vivente”, cui dedica ‘My way’.

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