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Sono stati analizzati 180 Paesi, analizzando i decessi per malattie quali cancro, patologie cardiache, polmonari e diabete, dopodiché è stata ricavata la probabilità che un uomo e una donna di 30 anni possano morire prima di compierne 70. Lo studio è stato pubblicato su Lancet ed è tra quelli più dettagliati sulle malattie non trasmissibili. Gli scienziati dell’Imperial College di Londra affermano infatti che oggi per gli esseri umani, nella maggior parte delle nazioni mondiali, sia più probabile morire per malattie non trasmissibili che per altre malattie da contagio, come nel caso dell’HIV.

L’Italia – assieme a Spagna, Portogallo, Svizzera e ad altri diciotto paesi europei – ha mostrato di avere un rischio di mortalità basso. Nel Regno Unito, invece, un uomo di 30 anni ha una probabilità del 13% di morire prima dei 70 anni a causa di una malattia non trasmissibile. Sui dati di questo rapporto si è espresso il professor Majid Ezzati, a capo dello studio: “Le malattie non trasmissibili sono la causa principale di morte prematura per la maggior parte dei paesi. La povertà, la commercializzazione incontrollata di alcool e tabacco da parte delle industrie multinazionali e la debolezza dei sistemi sanitari stanno rendendo le malattie croniche un pericolo più grande per la salute umana rispetto ai tradizionali nemici come batteri e virus”. Alcuni esperti hanno manifestato preoccupazione, sottolineando come la maggior parte delle nazioni non rispetti gli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite al fine di ridurre il numero di morti premature. Quasi 41 milioni di persone all’anno muoiono a causa di queste patologie e circa 17 milioni avviene in età relativamente giovane.

L’Onu tre anni fa ha chiesto di ridurre il numero di morti premature per malattia entro il 2030, ma solo 35 Paesi hanno deciso di fare qualcosa per raggiungere tale obiettivo per le donne e solo 30 per gli uomini. Tra le nazioni che si sono impegnate in questo importante progetto per la salute della popolazione di entrambi i sessi sono: Danimarca, Nuova Zelanda, Norvegia e Corea del Sud. Quelli che con molta probabilità non raggiungeranno l’obiettivo invece sono Regno Unito, Australia, Francia, Germania, India e Cina.

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