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Dal Congresso regionale pugliese della SIUT (Società Italiana di Urologia Territoriale), tenutosi per la prima volta a Taranto, arriva notizie incoraggianti e un messaggio di speranza.

L’urologia è in continua e rapida evoluzione, tanto che sono state sviluppate nuove tecniche per la diagnosi dei tumori all’apparato genito-urinario, prostata e vescica, che permettono una individuazione più rapida e mirata di queste e altre neoplasie, nonché tecniche di intervento meno invasive che riducono drasticamente gli “effetti collaterali”.

A Taranto, ma più in generale in tutta la Puglia, nella sanità pubblica esistono centri di eccellenza all’avanguardia, in grado di garantire ai cittadini tutte le possibilità di trattamento delle patologie dell’apparato genito-urinario, come la chirurgia robotica e quella laparoscopica, o come le terapie ormonali di prima e seconda linea, e tutte le nuove terapie oncologiche.

Lo scopo degli specialisti ora è quello, oltre che della guarigione, anche quello di ridurre sempre più i tempi di degenza e di convalescenza e, soprattutto, garantire il pieno recupero alla vita quotidiana del paziente.

Proprio partendo dalla constatazione della eccellenza raggiunta dalla sanità pubblica in questo settore in Puglia, e a Taranto in particolare, come dimostrato dall’assoluto livello dei lavori presentati dai relatori a questo congresso regionale, non si comprende perché i cittadini continuino ad effettuare i cosiddetti “viaggi della speranza”, persino in regioni limitrofe come la Basilicata, con disagi e spese personali, nonché gravando così sul bilancio regionale.
È un problema sollevato Gregorio Colacicco, direttore sanitario dell’ASL Taranto, che ha auspicato il miglioramento della “presa in carico” del paziente e un collegamento sempre più stretto tra la sanità territoriale, medici di famiglia e centri ospedalieri. Un auspicio ripreso anche da Corrado Aniello Franzese, presidente nazionale SIUT, che ha sottolineato come nella denominazione Società Italiana di Urologia Territoriale ci sia la parola “territoriale”, proprio come riconoscimento della necessità di legare sempre più le strutture di urologia al territorio in cui sussistono.

Oltre alle buone notizie, dalle relazioni degli epidemiologici è purtroppo giunta anche la conferma che nella provincia di Taranto i tumori alla prostata (16,1%) e alla vescica (13,4%) sono quelli che, dopo le neoplasie dell’apparato respiratorio (16,5%), colpiscono maggiormente la popolazione maschile.

Gli altri tumori dell’apparato genito-urinario presentano percentuali minori: rene e vie urinarie 2,9%, testicolo 1,3% e pene 0,3%: in pratica solo questi 5 tumori rappresentano il 34%, oltre un terzo dunque, di tutti quelli che colpiscono la popolazione maschile. Sono percentuali indicate nel “Rapporto 2017” elaborato dalla Direzione della ASL e basato sui dati del Registro Tumori della Provincia di Taranto (anni 2006-2012).

Al riguardo il dottor Gaetano Ressa, specialista urologo della ASL di Taranto, nonché membro del comitato scientifico del congresso e del consiglio direttivo della SIUT, introducendo i lavori ha evidenziato come sia «critica la situazione nel Comune di Taranto che presenta per queste sedi tumorali eccessi soprattutto nel sesso maschile, che sulla base della letteratura depongono a favore di un presumibile coinvolgimento delle condizioni ambientali, lavorative oltre che degli stili di vita della popolazione residente».

«Infatti la Distribuzione dei tassi standardizzati diretti (TDS) dei vari Distretti Socio Sanitari della Provincia – ha poi spiegato Gaetano Ressa – evidenziano una prevalenza delle neoplasie delle vie urinarie (rene e vescica) nel Distretto Socio-Sanitario cittadino, rispetto a quelli della provincia. Se questa relazione è ampiamente dimostrata per i tumori della vescica nei quali il fumo di sigaretta (aumento del rischio di neoplasia di 4/5 rispetto ai non fumatori) e l’esposizione a sostanze tossiche (anilina, amine aromatiche di natura principalmente professionale e composti arsenicali eventualmente presenti nelle acque potabili) rappresentano i principali fattori di rischio, per il cancro della prostata sembra giocare un ruolo più importante la familiarità e le abitudini alimentari (abuso di carni, latticini e grassi)».

Al II Congresso regionale della SIUT, responsabili scientifici il dottor Gaetano Ressa e il dottor Igino Intermite, hanno partecipato alcuni dei più importanti urologi e oncologi pugliesi, nonché esperti di alte branche della medicina: il focus del congresso, infatti, è stato l’approccio multidisciplinare alle patologie urologiche, con particolare riferimento a quelle oncologiche della prostata e della vescica, nonché alle infezioni complicate delle vie urinarie.

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