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Un team di ricercatori austriaci ha avuto la prova schiacciante che nella cacca degli esseri umani si annidano tracce di microplastiche. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica United European Gastroenterology Journal, rafforzando l’idea che i rifiuti plastici di dimensioni infinitesimali si possano poi accumulare nel nostro intestino.

La ricerca, condotta dall’Università di medicina di Vienna e dall’Agenzia dell’Ambiente austriaca, ha preso in esame i campioni di feci forniti da volontari provenienti da Italia, Regno Unito, Russia, Giappone e altri paesi del mondo. I partecipanti sono stati invitati a registrare i cibi ingeriti nella settimana che ha preceduto l’indagine, e le informazioni raccolte hanno messo anche in luce un consumo uniforme di liquidi e alimenti conservati in contenitori di plastica.

Le analisi hanno poi certificato che nella cacca sono presenti con regolarità diverse microparticelle, fino a un massimo di nove tipi di plastica per campione. Sebbene si sappia poco o quasi niente degli effetti delle microplastiche sulla salute umana, gli scienziati ipotizzano che tali sostanze possano causare ingenti danni alla salute, tra cui un indebolimento della risposta immunitaria dell’intestino, favorendo così la diffusione di agenti patogeni nell’organismo.

Quanto scoperto stupisce fino a un certo punto, dice ancora lo studio. Perché uno studio precedente aveva già svelato che il 90% delle bottiglie d’acqua contiene microplastiche, spingendo anche l’OMS a indagare sul tema. Una buona fetta del problema è infatti riconducibile anche alla plastica riversata in mare, che entra nella catena alimentare di pesci e specie marine che finiscono poi col arrivare sulle nostre tavole.

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