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Il volto di Michelangelo è apparso sotto le sembianze di Nicodemo e quello di Rosso Fiorentino sotto quelle di Giuseppe D’Arimatea. Queste le due scoperte che sono state fatte durante il restauro della pala di Giorgio Vasari per l’altare Buonarroti nella basilica di Santa Croce a Firenze.

L’intervento, che sarà mostrato al pubblico il 24 novembre prossimo, è stato illustrato in anteprima assoluta il 16 novembre dalla presidente dell’Opera di Santa Croce Irene Sanesi alla presenza, tra gli altri, di Anna Mitrano, del Fondo edifici di culto (Fec) del ministero dell’Interno, e dell’avvocatessa americana Donna Malin in rappresentanza della schiera di donors di tutto il mondo che hanno consentito il restauro della pala e della tomba monumentale: sono stati 127 di 13 Paesi, la maggior parte comunque statunitensi.

Nell’opera di Vasari, dal titolo ‘Cristo incontra la Veronica sulla via del Calvario’, realizzata nel 1572, che è stata curata dai danni prodotti, nella sua parte inferiore, dall’alluvione del 1966 e liberata da una pesante patina oscurante, il volto di Michelangelo, è stato spiegato, è riconoscibile dalla capigliatura ricciuta e dal caratteristico profilo del naso, e dai suoi abiti.

Altre citazioni michelangiolesche sono presenti in una delle pie donne “chiaramente ripresa dalla Sibilla libica della Cappella Sistina”. Rosso Fiorentino sarebbe invece nascosto nelle sembianze di Giuseppe D’Arimatea, con un copricapo vermiglio. Il restauro, condotto da Maria Castellano, è stato realizzato grazie al progetto di fundraising, ‘In the name of Michelangelo’, ideato dell’Opera di S.Croce e attivato nel settembre 2017: 120mila gli euro raccolti.

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