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Si chiama Paro ed è un cucciolo di foca, tenero e con il pelo morbido morbido, utile nella terapia contro la demenza negli anziani. Ma non è un animale vero. In realtà si tratta di un robot interattivo realizzato da Takanori Shibata, capo ricercatore dell’azienda leader giapponese Aist. Paro è stato presentato all’Istituto giapponese di cultura a Roma dal suo stesso papà e inventore, Shibata, che ha spiegato: “Questo cucciolo-robot può evitare l’utilizzo dei farmaci”.

La fochina è lunga 55 centimetri, pesa poco più di due chili e mezzo, muove gli occhi, la testa, le pinne anteriori e inferiori e ha un ampio numero di sensori che la rendono sensibile alla luce e al tatto su tutto il corpo, compresi i baffi. Riconosce la voce del paziente e grazie alla sua intelligenza artificiale apprende anche informazioni come il nome della persona e le sue caratteristiche personali e comportamentali. Ed è anche in grado di “giocare” con comportamenti autonomi, che riproducono quelli della foca naturale.

Shibata ha condotto diversi test clinici per investigare gli effetti terapeutici nei pazienti che interagiscono con il robot. Ebbene, non ci crederete, è emerso che i pazienti che ci giocano e interagiscono con essa hanno avuto miglioramenti molto importanti, sia a livello psicologico che fisiologico. Nei casi di demenza senile si è notato anche che l’interazione con Paro contribuisce a ridurre i sintomi fisiologici e comportamentali.

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