Il vincitore del 36esimo Torino Film Festival è il film americano Wildlife, di Paul Dano, reduce dai successi di Cannes e Toronto nonché del Sundace. Ispirato al romanzo Incendi di Richard Ford, racconta di un matrimonio che si sgretola; sullo sfondo vi è l’America degli anni ’60 vista con gli occhi di un ragazzino. Il titolo del film è un riferimento ad un incendio boschivo della zona, ma anche agli incendi emotivi dei due protagonisti, che sono interpretati da Jake Gyllenhaal e Carey Mulligan.
Il premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo se lo è aggiudicato
il tedesco Atlas di David Nawrath, storia cupa, ma non priva di speranze, di un uomo che lavora per un’agenzia di recupero crediti collusa con la malavita. Miglior attrice Grace Passo, per il ruolo in Temporada di Andrè Novais Oliveira, film brasiliano che racconta il ‘nulla’ della vita quotidiana di un’impiegata comunale, un ‘vuoto’ in realtà pieno delle cose di cui è fatta l’esistenza.
Il Premio per il Migliore attore è invece andato ex-aequo a Rainer Bock, coprotagonista in Atlas, e a Jakob Cedergren per The Guilty, film a cui è andato anche il Premio del Pubblico ex-aequo con il franco-belga Nos Batailles di Guillaume Senez.
Nella sezione Documentari il primo Premio è andato al franco colombiano Homo Botanicus di Guillermo Quintero.
Premio Speciale della Giuria al film Unas Preguntas di Kristina Konrad, una produzione Germania/Uruguay ambientata a Montevideo, sulla sfondo della dittatura tra gli anni 1975-1985.
Il premio Miglior Documentario italiano è stato vinto da Anna Kauber ed è incentrato sulla vita delle donne che hanno scelto di fare il mestiere del store, mentre un premio Speciale della giuria è andato a Il primo moto dell’immobile di Sebastiano d’Ayala Valva, coprodotto con la Francia, storia fantastica che scava nella figura di un antenato compositore. Menzione speciale a Il gigante Pinocchio di Paolo Santangelo.
Miglior cortometraggio italiano è l’Ultima Cassa di Elettra Bisogno, mentre il Premio Speciale della giuria ex-aequo a 13 volte fuoco su mio padre di Francesco Ragazzi e Col tempo di Sara Dresti.
Premio Fipresci al greco Oiktos (Pity) di Babis Makridis.
Premio Cipputi a Nos batailles di Guillaume Senez.
Nella sezione Factory, il primo premio è andato a Tempo critico di Gabriele Pappalardo e una menzione speciale a Solo gli occhi piangono di Emanuele Martini.