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Come riconoscere i sintomi dell’epatite B

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L’epatite B è una patologia che colpisce il fegato e che solo nel nostro Paese conta oltre 1600 nuovi casi l’anno. È causata dal virus HBV che nel 95% dei casi scatena un’infezione acuta che in genere guarisce in pochi mesi. Mentre nella parte restante dei casi il virus non viene debellato completamente e l’infezione resta nell’organismo, diventando cronica.

Come viene trasmesso il virus?
L’HBV viene trasmesso attraverso un
contatto diretto con fluidi corporei di soggetti che sono infetti, come sangue, saliva, sperma, secrezioni vaginali, latte materno.

Quali sono i principali sintomi?
Il sintomo più comune è il caratteristico colore giallastro (ittero) della lingua, della sclera dell’occhio e della pelle, associato a stanchezza, debolezza, perdita di appetito, calo di peso e febbre. In alcuni casi la malattia può essere asintomatica. Ovvero, non presentare sintomi. Solitamente alcune malattie possono non mostrare sintomi fino a quando non vengono scoperte dal paziente, attraverso esami di routine o per altri motivi.

Come diagnosticare l’epatatite B?
La diagnosi può avvenire attraverso gli esami del sangue, che rilevano la presenza di specifici marker (transaminasi, antigeni e anticorpi).

Come curarla?
In fase acuta occorrono almeno un mese di riposo e una dieta leggera, povera di grassi e di proteine, ricca di carboidrati semplici e complessi. Nella fase cronica devono essere assunti farmaci antivirali, che agiscono inibendo la produzione del virus. Le molecole di ultima generazione sono entecavir e tenofovir: disponibili in pastiglie, da assumersi una volta al giorno, per molti anni e spesso per tutta la vita. Dopo uno o due mesi di trattamento il Dna dell’Hbv non è più dosabile nel sangue. Nonostante questo, nel 90% delle persone il virus permane nelle cellule epatiche in forma latente (portatori inattivi) ed è perciò necessario il controllo da parte di un epatologo, che una volta all’anno eseguirà una visita e prescriverà gli esami del caso, in primis del sangue e un’ecografia al fegato. Il restante 10% delle persone, dopo 4-5 anni di assunzione dei farmaci, distrugge completamente il virus.

Come prevenire l’epatite B?
La malattia si previene con il vaccino, obbligatorio in Italia dal 1991 per i nuovi nati (fino al 2003 anche per i dodicenni). Viene somministrato in tre dosi con iniezione intramuscolare e fornisce nella quasi totalità dei casi (99%) un’immunità permanente.

Giovanna Manna

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