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Tumore al seno, prevenzione: a Padova la mammografia si fa in 3D

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Un prestigioso studio (“Malmö Breast Tomosynthesis Screening Trial”, condotto dalla Lund Univeristy e dallo Skåne University Hospital di Malmo e pubblicato sulla rivista Lancet Oncology) aveva detto che la mammografia in 3D permette di rilevare il 34% in più di tumori al seno rispetto all’esame tradizionale. Ed è ora tale strumento di ultima generazione è disponibile a Padova.

Mammografia 3D
A dotarsi di tale strumento è Synlab Data Medica, in via Zanchi a Padova: la mammografia 3D o tomosintesi digitale è una tecnologia più efficiente nello scoprire e localizzare le lesioni mammarie e più accurata nell’evidenziare ciò che può sfuggire alla mammografia tradizionale, con una dose di radiazioni e un tempo di esame sostanzialmente uguali. A spiegarlo il dott. Francesco Pierazzoli, medico radiologo e responsabile del settore di diagnostica per immagini di Data Medica: «La tomosintesi digitale è una tecnica mammografica di nuova generazione che permette di esaminare la mammella in modo tridimensionale. Anziché produrre una sola immagine in un’unica proiezione, ricostruisce immagini volumetriche della mammella partendo da un numero predefinito di immagini bidimensionali. L’analisi di queste immagini rende possibile individuare anche eventuali noduli mascherati dai tessuti sovrapposti, superando così uno dei limiti della mammografia tradizionale. Questa modalità ci offre una migliore capacità diagnostica, permettendoci di identificare un numero maggiore di noduli e di dimensioni inferiori». Aggiunge la dottoressa Antonella Agnello, ginecologa, responsabile del “Percorso Donna” e direttore sanitario del poliambulatorio Euganea Medica: «La tomosintesi è particolarmente efficace nel caso dei seni densi, con tanta ghiandola e poco grasso, di frequente riscontro soprattutto tra le donne più giovani, più difficili da “leggere” o che possono generare dubbie interpretazioni diagnostiche. Questa analisi può essere consigliata come controllo periodico a tutte le donne che abbiano superato i 40 anni di età o che siano considerate a maggior rischio di avere un tumore per familiarità o storia clinica. In taluni casi è opportuno associarla anche all’ecografia mammaria».

Giovanna Manna

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