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Ictus: è efficace lo esoscheletro EKSO per tornare a camminare

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L’esoscheletro riabilitativo EKSO è in grado di migliorare la capacità di camminare, i tempi di recupero, la velocità e la distanza percorsa nei pazienti colpiti da ictus subacuto; in quelli non deambulanti il dispositivo può catalizzare il ripristino della deambulazione. A dimostrare l’efficacia del rivoluzionario dispositivo medico in seno alla procedura OEAGT (Overground Exoskeleton-Assisted Gait Training) è un team di ricerca italiano guidato da scienziati del Dipartimento di Neuroriabilitazione presso l’IRCCS San Raffaele Pisana di Roma, che hanno collaborato con i colleghi di diversi istituti di ricerca: il Centro di riabilitazione Villa Beretta dell’Ospedale Valduce; la Fondazione Centri di Riabilitazione Padre Pio Onlus di San Giovanni Rotondo; lo SCRIN Trevi Dipartimento di Riabilitazione USL Umbria 2 e l’Università San Raffaele.

Gli scienziati, con a capo la professoressa Michela Goffredo, bioingegnere presso l’istituto romano, tra marzo 2016 e settembre 2018 hanno coinvolto nello studio 46 partecipanti colpiti da ictus subacuto, 27 uomini e 19 donne con età compresa tra i 42 e i 70 anni. Inizialmente 48, poi 46, visto che due sono stati costretti a ritirarsi a causa delle precarie condizioni di salute è emerso che la maggior parte dei volontari (29) era stata colpita da un ictus ischemico, la restante da ictus emorragico. Come conseguenza del colpo apoplettico, in 24 hanno manifestato emiparesi sinistra, mentre i restanti 22 emiparesi destra. Sono stati tutti sotto controllo in trattamento riabilitativo con OEGAT, l’esoscheletro EKSO, prodotto dalla società Ekso Bionics con sede a Richmond, in California (Stati Uniti). Le sessioni, iniziate dai 13 ai 155 giorni di distanza dall’ictus, sono state dalle 13 alle 17 suddivise in 3/5 sedute di un’ora a settimana.

Gli esperti Goffredo e colleghi hanno dimostrato che le valutazioni cliniche relative alla deambulazione sono migliorate sensibilmente in tutti i pazienti in grado di camminare. Fra essi, circa il 70 percento era in grado di camminare sia prima dopo la fine dei test; il 17,39 percento non era in grado di camminare prima dell’avvio della sperimentazione, ma ha recuperato la deambulazione al termine di essa; mentre il restante 13,04 percento non ha recuperato la deambulazione. I pazienti in grado di camminare hanno ottenuto miglioramenti sensibili sia nella velocità che nella distanza percorsa, e tutti i partecipanti hanno manifestato apprezzamento per il trattamento OEGAT (che non ha controindicazioni).

I dettagli della ricerca sono stati pubblicati sull’autorevole rivista scientifica specializzata European Journal of Physical and Rehabilitation Medicine.

Giovanna Manna

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