Nel 2018 il tasso di disoccupazione scende dall’11,2% del 2017 al 10,6 per cento. Un miglioramento che si registra essere ancora più netto tra i giovani con un calo di 2,6 punti percentuali (32,2%). Per il quinto anno consecutivo aumentano anche gli occupati: un miglioramento che tra i lavoratori dipendenti riguarderebbe “esclusivamente quelli a tempo determinato” (+323 mila, +11,9%) mentre dopo quattro anni di crescita calerebbe il tempo indeterminato (-108 mila, -0,7%).
L’Istat ha aggiornato i dati del mercato del lavoro nel 2018 confermando il trend che emergeva da quelli già diffusi a fine gennaio scorso. La novità arriva ora dai dati del quarto trimestre in cui il numero di persone occupate diminuisce rispetto al trimestre precedente (-36 mila, -0,2%), ma il calo riguarda solo i dipendenti a termine (-0,3%), mentre sono rimasti stabili i posti di lavoro a tempo indeterminato.
Il quarto trimestre 2018 è il primo in cui si possono almeno in parte misurare gli effetti del decreto Dignità, il provvedimento voluto dal ministro del Lavoro Luigi Di Maio per ridurre la precarietà, convertito in legge lo scorso agosto e diventato completamente operativo a partire da novembre.
Gli occupati nel 2018 aumentano di 192 mila unità (+0,8%) e il tasso di occupazione sale al 58,5% (+0,6 punti), rimanendo di appena 0,1 punti al di sotto del picco del 2008. Il numero dei disoccupati complessivamente si riduce invece di 151 mila unità (-5,2% fino a quota 2 milioni 755 mila), “in misura più intensa rispetto al 2017”, scrive l’Istat. Il calo della disoccupazione riguarda sia le persone in cerca di lavoro da almeno 12 mesi sia i disoccupati di breve durata.
Per quanto riguarda ottobre-novembre-dicembre 2018, il numero di persone occupate diminuisce rispetto al trimestre precedente (-36 mila, -0,2%). L’Istat parla più in generale di un “lieve peggioramento” del quadro occupazionale nel corso dell’anno. Nel quarto trimestre 2018, rispetto allo stesso periodo del 2017, “l’aumento dei dipendenti continua a riguardare soltanto quelli a termine mentre il tempo indeterminato cala da quattro trimestri”, registrando una crescita di 87 mila occupati (+0,4% in un anno), dovuta a dipendenti a termine e indipendenti (+200 mila e +12 mila, rispettivamente) mentre calano i dipendenti a tempo indeterminato (-125 mila).
Le dinamiche osservate nel quarto trimestre 2018, sottolinea l’Istat, “riflettono il calo dei livelli di attività economica rilevato nello stesso periodo, con una flessione del Pil (-0,1%) per il secondo trimestre consecutivo, dopo quattordici trimestri di espansione”. Nei dati mensili più recenti (gennaio 2019), al netto della stagionalità, il tasso di occupazione rimane invariato e il numero di occupati mostra una lieve crescita rispetto a dicembre 2018 con un calo dei lavoratori autonomi e dei dipendenti a termine più che compensato dall’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato.
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