La povertà può lasciare un segno nel dna delle persone, parola di esperti. Può attraversare generazioni e colpire non solo riducendo le possibilità dei figli di chi vive in condizioni economiche difficili. L’impatto è davvero profondo, raggiunge anche il Dna. A suggerirlo uno studio scientifico secondo cui la povertà lascia un segno sui geni. Un’eredità genetica pesante, la ‘memoria’ di ristrettezze e privazioni scritta nel nostro corpo. Una scoperta descritta dagli autori – un team della statunitense Northwestern University – che si inserisce in un ricco filone di ricerca sugli effetti di ricchezza e povertà sulla salute, ma gli esperti vanno oltre. A caccia di tracce nel codice della vita.
Le loro conclusioni dello studio, pubblicate sull”American Journal of Physical Anthropology’, mettono alla prova la visione che vuole i geni come caratteristiche immutabili della nostra biologia, fissate al momento del concepimento.
I ricercatori, hanno spiegato di aver trovato delle evidenze sul fatto che la povertà possa essere incorporata in vaste aree del genoma. Uno status socioeconomico più basso che secondo gli studiosi, associato a livelli di metilazione del Dna – un processo epigenetico chiave che ha il potenziale di modellare l’espressione genica – in più di 2.500 siti, in oltre 1.500 geni. In altre parole la povertà, calcolano gli scienziati, lascia un segno su quasi il 10% dei geni nel genoma.
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