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Torino, asportato rene da sveglio

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Per la prima volta al mondo è stato asportato un rene in laparoscopia su un paziente sveglio di quasi 170 kg con un tumore, presso l’Urologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. “Si è trattato di un intervento innovativo e di frontiera senza precedenti”, spiega in una nota la Città della Salute di Torino.

Un paziente, di 62 anni di Torino, affetto da una grave forma di obesità (pesa quasi 170 Kg) e con significativi problemi di respirazione. Quando alcuni mesi fa gli è stata riscontrata una massa al rene sinistro fortemente sospetta per tumore, è iniziato il dramma per quest’uomo e la scelta della terapia più indicata.

“Se da un lato l’asportazione chirurgica rappresentava l’unica possibilità di cura e la via laparoscopica una scelta obbligata per evitare un accesso chirurgico molto invasivo, le condizioni del paziente rendevano comunque estremamente rischiosa un’anestesia totale, via obbligata per questa tipologia di intervento”, spiega la Città della Salute.

Il dottor Fabio Gobbi, esperto di anestesie periferiche della Rianimazione ospedaliera (diretta dal dottor Pier Paolo Donadio), ha proposto di tentare un approccio innovativo per la laparoscopia addominale oncologica urologica: un intervento in anestesia spinale che permettesse al paziente di restare sveglio, evitando così la narcosi che avrebbe avuto un rischio elevato di essergli fatale.

Alcuni giorni fa il paziente è entrato in sala operatoria consapevole che se l’intervento non fosse stato realizzato come pianificato, si sarebbe resa necessaria un’intubazione dalla quale avrebbe potuto anche perdere la vita. “Anche perché, non essendo riportati in letteratura mondiale casi di precedenti interventi di laparoscopia urologica addominale a paziente sveglio, l’urologo, il professor Paolo Gontero (Direttore Urologia universitaria dell’ospedale Molinette), non era in grado di prevedere se l’anestesia periferica gli avrebbe consentito di espandere a sufficienza la cavità addominale per consentirgli lo spazio necessario per condurre la nefrectomia laparoscopica”, evidenzia sempre l’ufficio stampa della Città della Salute.

Uno dei fattori che creavano maggiore difficoltà era proprio la breve durata dell’anestesia che avrebbe richiesto un’esecuzione dell’intervento in tempi rapidi, “nonostante le difficoltà dovute all’obesità”. Grazie ad un’azione sincronizzata delle tempistiche tra l’anestesista il dottor Gobbi ed il professor Gontero, l’intervento è stato coronato da un successo, indescrivibile, asportando il rene malato ad un paziente sveglio.

Il decorso postoperatorio si è svolto in tutta tranquillità e regolarità nel reparto di Nefrologia universitaria diretta dal professor Luigi Biancone.

“L’anestesia periferica è stata la chiave di successo di questo intervento laparoscopico, consentendo di ridurre l’impatto chirurgico in un paziente che per la sua fragilità non avrebbe probabilmente superato l’intervento” conclude il professor Gontero.

Giovanna Manna

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