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Nasce a Torino il Museo del Diabete, preceduto dall’esposizione inaugurata il 19 aprile presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Torino in via Verdi 8: “La dolce vita: il Museo del Diabete (Per un museo di medicina a Torino)”.

Come spiega il professor Massimo Porta, primario di Medicina interna universitaria all’ospedale Molinette, si tratta di un primo passo in attesa di trovare una sede idonea per ospitare il Museo in via permanente. Tutto ruota sulla straordinaria collezione del professor Bruno Bruni, primario di diabetologia al Maria Vittoria tra gli Anni ’Settanta e Novanta, forte di antichi testi (parliamo complessivamente di oltre 3 mila volumi) e materiale diagnostico di varia epoca. Insomma: un vero patrimonio, ospitato prima in via Beaumont a Torino, nell’alloggio del professore, ed attualmente custodito nei magazzini dell’Ateneo.

La mostra

Dal 19 aprile sino al 22 giugno (10-19) – è l’anticipo di un percorso più ampio. L’obiettivo è rivisitare un passato anche lontano per meglio comprendere quanto accade nel presente e cosa può riservarci il futuro: un racconto della storia del diabete e di come la ricerca abbia modificato il percorso di vita delle persone che si sono trovate e si trovano a vivere la malattia, con un’attenzione particolare al tema della prevenzione. Il visitatore, attraverso un percorso ad hoc, potrà conoscere gli aspetti di vita quotidiana, attraverso i secoli per arrivare a oggi, di chi è diabetico e di chi gli è accanto: previste stazioni video, con rivisitazione del film “Glory enough for all” sulla scoperta dell’insulina e video realizzati dal prof. Bruni e dalla sua équipe utilizzando materiale informatico degli Anni ’80 e ’90. Dopo un breve excursus sul diabete nella storia, dall’antico Egitto all’antica Roma, attraversando Medioevo e Rinascimento fino all’Ottocento, il percorso della mostra si articolerà su temi che spaziano dall’alimentazione ai farmaci per il diabete, dal controllo della glicemia alle complicanze. Al termine del percorso il visitatore troverà uno spazio allestito con i mobili e gli oggetti di lavoro personali del prof. Bruni, che ne ricorderanno la figura e il contributo alla diabetologia non solo torinese.

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