Secondo l’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro se ti ammali di mesotelioma hai l’80% di probabilità di non sopravvivere oltre i cinque anni dalla diagnosi. E la cosa riguarda soprattutto gli operai delle tante fabbriche, sparse in lungo e in largo la penisola, soprattutto al Nord, che per una vita hanno respirato amianto tutti i giorni, senza conoscerne la pericolosità.
Il 27 aprile, alla vigilia della Giornata mondiale delle vittime dell’amianto, decine di lavoratori e familiari sono scesi in piazza a Sesto San Giovanni (Milano) per tenere viva l’attenzione sul problema e sui suoi possibili rischi. A quasi trent’anni dalla messa al bando dell’asbesto – dal greco àsbestos, “indistruttibile” – la gente continua ad ammalarsi: nell’ultimo rapporto pubblicato nel 2018, l’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) prevedeva 1.800 nuovi casi di mesotelioma nel solo 2018. Di conseguenza sono parecchi i processi tuttora in corso con l’obiettivo di individuare chi avrebbe dovuto tutelare sulla salute dei lavoratori ma non lo ha fatto.
E la stessa comunità scientifica è divisa su quale sia l’approccio più mirato da utilizzare. Così per i giudici attribuire le responsabilità risulta pressoché impossibile.
Al momento in Italia, secondo l’Aiom, sono 5.500 le persone affette di mesotelioma, tumore che si sviluppa sul mesotelio, la membrana che riveste la parete interna di torace, addome e cuore.
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