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Solo il 40% degli italiani esegue lo screening per prevenire il tumore al colon retto. Secondo tumore, più frequente in assoluto, nella popolazione italiana, dopo il cancro al seno. Ma ciò nonostante si fa ancora molto poco per prevenirlo e diagnosticarlo. Anche se la mortalità per questa neoplasia si aggira intorno al 20%.

Da qui allora, la necessità di sensibilizzare i cittadini sull’importanza della prevenzione. A sottolinearlo sono gli oncologi in occasione che si è tenuto alcuni giorni fa in Senato al quale ha preso parte anche il presidente della commissione Sanità di Palazzo Madama, Pierpaolo Sileri.

In Italia, ogni anno, più di 10mila pazienti scoprono di essere colpiti da tumore del colon-retto già in fase avanzata.

La chemioterapia, in questo stadio, spiegano ancora gli specialisti, rappresenta la prima opzione. Il 64% dei pazienti colpiti da tumore del colon-retto ha paura di ammalarsi mentre il 37% è consapevole che questa arma sia sufficiente anche nella malattia avanzata. Ma vi è un grande interesse per l’innovazione nella lotta contro il cancro: il 76% infatti è convinto che le terapie orali possano facilitare l’adesione ai trattamenti. Opinione condivisa anche dal 72% degli oncologi, che affermano in maggioranza (63%) che questa modalità di assunzione possa migliorare la qualità di vita dei malati.

I principali risultati di due sondaggi condotti su circa 200 pazienti con cancro del colon-retto e più di 250 oncologi, sono stati presentati all’incontro. I due sondaggi in questione sono parte di un progetto promosso da Fondazione Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e realizzato con il contributo non condizionante di Servier, che include un opuscolo informativo destinato ai pazienti e distribuito in tutte le Oncologie ospedaliere e una sezione dedicata nel sito di Fondazione Aiom.

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