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Ragno violino, boom di chiamate al Policlinico Gemelli

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E’ boom di chiamate al Centro antiveleni del Policlinico Gemelli di Roma, per il ragno violino.

«Il ragno violino non è un animale pericoloso o velenoso, e nella maggior parte dei casi il suo morso provoca solo fenomeni locali di scarso significato clinico, come arrossamento, prurito e irritazione – spiega all’AdnKronos Salute Maurizio Paolo Soave del Centro antiveleni del Gemelli. Insomma, non c’è un allarme in merito a questo aracnide – il cui nome deriva da una macchia dalla forma caratteristica presente sul corpo – è «un animaletto schivo e solitario».

Dove vive il ragno violino?
«Il ragno violino vive in campagna, nelle crepe fra i muri, e bisogna stuzzicarlo, anche involontariamente, perché arrivi a mordere, in genere per difesa». Agli inizi di luglio, una ragazza di 28 anni residente a Collecchio (Parma) è stata morsa da un ragno violino, uno dei più velenosi in Italia, mentre stava prendendo il sole. È finita al pronto soccorso con febbre alta e una profonda infiammazione. Il caso arriva dopo i molti episodi avvenuti l’estate scorsa in varie Regioni d’Italia, Lazio compreso.

Nel 2015 e nel 2017 si sono verificati due decessi in Italia a causa delle gravi patologie preesistenti dei due pazienti. Mentre le segnalazioni di morsi in queste settimane si sono moltiplicate in tutta Italia. «In generale però il danno è di tipo locale, con un’edema che può evolvere in un’area necrotica e dare una piccola emorragia. In rari casi questo tipo di lesione può richiedere un piccolo intervento chirurgico», precisa Soave.

«La lesione – continua l’esperto – è simile alla puntura di un’ape. In caso di un sospetto morso del ragno violino, non è assolutamente necessario allarmarsi e correre in pronto soccorso. Meglio consultare un Centro antiveleni, descrivendo le circostanze in cui è avvenuto il morso, i segni e i sintomi eventualmente presenti». Talvolta, avverte Soave, il morso del ragno violino può causare anche un po’ di febbre. «Non esistono antidoti o trattamenti farmacologici specifici: nei casi in cui si manifestino lesioni significative – continua il tossicologo – serve un trattamento farmacologico con antibiotici e cortisonici. Solo in rari casi, come già detto, può essere necessaria la toilette chirurgica della lesione».

Giovanna Manna

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