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Si tratta di un gene perduto dai progenitori dell’uomo fra due e tre milioni di anni fa all’origine degli attacchi di cuore e delle malattie cardiovascolari. La sua mancanza rende più suscettibili alle malattie cardiovascolari, come indicano i risultati ottenuti da degli esperimenti condotti su topi privati dello stesso gene.

La scoperta, pubblicata sulla rivista scientifica dell’Accademia Nazionale della Scienze degli Stati Uniti (Pnas), si deve al gruppo dell’Università della California a San Diego coordinato da Nissi Varki e Ajit Varki.

Chiamato CMAH, il gene è in grado di controllare la produzione di uno zucchero presente anche nella carne rossa, chiamato acido N-Glicolneuraminico (Neu5Gc), noto per causare infiammazioni croniche. La sua assenza sarebbe causa di malattie cardiovascolari causate dall’occlusione delle arterie con depositi di grasso.

L’esperimento in questione che è stato condotto sui topi geneticamente modificati in modo da inattivare il gene CMAH e ha dimostrato che negli animali con questa modifica il rischio di attacchi di cuore raddoppia.

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