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Grazie ad una stimolazione dell’orecchio, con un sistema già in uso clinico (per la diagnosi di vari disturbi come le vertigini) – chiamato ‘stimolazione vestibolare calorica’ – è possibile ora migliorare la gestione del morbo di Parkinson riducendone i sintomi, motori e non (capacità decisionale, umore, memoria, livello di attenzione e sonno). A dimostrarlo un recente studio, trial clinico pilota condotto su 47 pazienti presso l’Università del Kent e riportato sulla rivista scientifica Parkinsonism & Related Disorders.

Diretto da David Wilkinson, lo studio in questione, apre a nuove possibilità terapeutiche e i risultati sono molto incoraggianti, assicurano i ricercatori anche perché l’effetto positivo della stimolazione vestibolare si estende alla sfera non motoria dei problemi che accompagnano la patologia.

La stimolazione calorica vestibolare (che in genere si effettua irrigando l’orecchio con una certa quantità di acqua a una data temperatura) è una tecnica non invasiva e già in uso per altri problemi che riguardano l’organo dell’equilibrio. In questo studio i pazienti con Parkinson sono stati sottoposti a due cicli quotidiani di stimolazione per due mesi, con un apparecchio portatile facile da usare direttamente a casa.

Dopo due mesi di trattamento e almeno per le 5 settimane successive i pazienti hanno riferito miglioramenti sia nelle loro capacità motorie che cognitive, con un globale miglioramento dell’autonomia nelle attività quotidiane.