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Ventilatori, fanno bene o fanno male?

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Ma il ventilatore fa bene o male alla salute? A porre questa domanda è un nuovo studio condotto dall’università di Sidney pubblicato su Annals of Internal Medicine.

Gli autori dello studio sostengono che gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici sono evidenti anche dalle ondate di calore. Terribili quelle che hanno investito Parigi nel 2003, facendo 4.870 morti e Mosca nel 2010 (860 decessi). Senza giungere a questi estremi, e dire che nel nostro Paese, sono sempre più roventi. E dunque, fanno bene i medici e il Ministero della Salute a consigliare ai cittadini di adottare una serie di misure anti-caldo, quali non uscire nelle ore più calde e idratarsi a sufficienza per evitare conseguenze anche serie per la salute, soprattutto dei più deboli.

Gli autori dello studio appena pubblicato muovono da una posizione piuttosto critica nei confronti delle recenti linee guida internazionali, tra cui quelle stilate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che suggeriscono che i ventilatori potrebbero essere di scarso beneficio quando le temperature raggiungono e salgono oltre i 35 gradi.

Nel loro studio, i ricercatori di Sidney sono andati a simulare le condizioni ambientali di un’ondata di calore, onde studiare cosa succede, se si utilizza un ventilatore elettrico, alla temperatura centrale (del cosiddetto core) di un individuo e quali ricadute può avere sul sistema cardiovascolare, sul rischio di disidratazione e sui livelli di comfort.

I risultati del loro studio dimostrano che in condizioni di grande afa e in presenza di indice di calore (heat index) di 56 gradi centigradi, i ventilatori elettrici sono effettivamente in grado di ridurre la temperatura centrale del corpo e lo stress cardiovascolare, oltre ad aumentare il comfort termico. Tuttavia, l’uso del ventilatore si rivela addirittura dannoso in presenza di temperature elevate se il clima è secco (corrispondenti ad un indice di calore di 46 gradi).

Gli autori dello studio hanno annunciato che nei prossimi mesi si dedicheranno ad esaminare la reale efficacia di una serie di strategie low-cost anti-caldo che potrebbero essere facilmente implementate in caso di ondate di calore da parte degli anziani, magari affetti da condizioni quali la cardiopatia ischemica. Lo stesso gruppo di studio sta valutando l’impatto che diversi farmaci possono avere sulle misure anti-caldo, eventualmente da consigliare al grande pubblico alla vigilia di un’ondata di calore.

Giovanna Manna

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