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La clamidia è un’infezione sessualmente trasmissibile tra le più comuni, causata da un batterio intracellulare obbligato, detto ‘chlamydia trachomatis’, la cui tassonomia è in corso di revisione. Come riporta il portale dell’Istituto Superiore di Sanità, sebbene le manifestazioni sintomatiche siano molto leggere, tanto da non essere spesso riconosciute dalle persone che ne sono colpite, le conseguenze a carico dell’apparato riproduttivo, specie femminile, possono essere davvero molto gravi. Nella maggior parte dei casi l’infezione interessa le donne, soprattutto le adolescenti e le giovani sessualmente attive. Dal 10 al 40% delle donne con infezione non trattata porta a sviluppare la malattia infiammatoria pelvica che può condurre alla sterilità. Negli uomini, l’infezione può interessare l’epididimo, causare febbre e dolore. Il danno permanente sembra meno probabile, anche se negli ultimi anni alcuni studi segnalano una possibile correlazione tra l’infezione da clamidia negli uomini e sterilità. Rare le conseguenze più serie, come la sindrome di Reiter, una forma di artrite sieronegativa accompagnata da lesioni epidermiche, infiammazione agli occhi e all’uretra.

I test clinici condotti su 35 donne hanno mostrato che il vaccino giunto ora alla sperimentazione finale, non ha ripercussioni sulla salute, inducendo anche un’iniziale risposta immunitaria. A renderlo noto i ricercatori danesi dello Statens Serum Institute ed inglesi dell’Imperial College of London che hanno pubblicato lo studio in questione sulla rivista scientifica ‘Lancet Infectious Diseases’.

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