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All’ospedale Molinette di Torino al debutto la carta d’identità della salute, vediamo di cosa si tratta

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Al Molinette di Torino debutta la carta d’identità della salute. Non si tratta di una corsia preferenziale, in quanto non permette di ottenere una priorità rispetto ad altri pazienti che si rivolgono al pronto soccorso. Però stabilisce alcuni standard importanti per quanti sono colpiti da malattie croniche o gravi patologie: sensibilizzando il personale sanitario sulle loro condizioni e attivando procedure in grado di scongiurare danni difficilmente rimediabili.

Come ad esempio accade per i paratetraplegici, che non dovrebbero restare in barella per più di un’ora, pena il rischio di sviluppare piaghe da decubito destinate a protrarsi per mesi e sulle quali solo un chirurgo plastico potrebbe intervenire. Altro esempio molto importante, sono le persone affette da autismo, per le quali è raccomandato che non restino in mezzo a molte persone perché ne sarebbero disturbate. Non meno importanti le indicazioni preventive sul tipo di farmaci utilizzati, eventuali intolleranze, il livello di supporto necessario, la storia clinica.

In un’ottica come questa, si spiega, e va interpretato, il “care passport”, strumento che Molinette e Cto (quindi Città della Salute) si preparano a mutuare dal mondo anglosassone, dove ha esordito per la prima volta. Obiettivo principale è quello certamente di agevolare le persone con disabilità cronica nel loro accesso in pronto soccorso, eliminando disagi vari e diminuendo l’ansia del paziente, creando le condizioni affinché possano essere considerati i suoi bisogni in rapporto al grado di disabilità in un contesto dove tutte le pratiche devono risultare rapide per consentire alle persone che vi accedono di ridurre i tempi di attesa. In altri termini, si tratta di una carta d’identità della salute già in corso di distribuzione nei pronto soccorso e nei reparti (alla dimissione) da parte delle associazioni di volontariato ai disabili, soprattutto paratetraplegici, e ai malati cronici (per ora trapiantati di rene e malati reumatologici).

Una nuova iniziativa ad opera dell’Urp, l’Ufficio relazioni con il pubblico: la prima tappa di un percorso che intende perseguire nel tempo con misure concrete dedicate a pazienti-cittadini: in primis i più fragili.

Giovanna Manna

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