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La crisi che ha tenuto banco nelle ultime due settimane il governo italiano è stata formalizzata oggi a partire dalle ore 15 nell’aula di Palazzo Madama dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, che ha preso la parola, attaccando a testa bassa il ministro dell’interno, vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini. Sostenendo, di avere avviato la crisi in maniera irresponsabile e perseguendo solo interessi personali, con mancanza di sensibilità e cultura istituzionale. “Questo governo si arresta qui”. Ha annunciato il premier Giuseppe Conte.

Mezz’ora prima dell’inizio della seduta il blog dei Cinque Stelle pubblicava un post definendo lo stesso alleato di governo come “inaffidabile”, facendo cadere il dubbio di una possibile riproposizione dell’alleanza giallo-verde. Anche se lo stesso Salvini, intervenuto subito dopo Conte, ha rivendicato le proprie scelte (“Rifarei tutto”) e evocato il ritorno alle urne (“Non abbiamo paura del giudizio degli italiani”), lasciando, però, aperto uno spiraglio di luce verso i suoi alleati che, oggi chiama ancora “amici”: “Volete fare il taglio dei parlamentari, una manovra di bilancio coraggiosa e riforme significative? Noi ci siamo”.

La seduta è iniziata con l’ingresso del premier Conte che ha stretto la mano a tutti i suoi ministri presenti oggi in Senato. Conte ha voluto ricordare che la decisione di Salvini di togliere, lo scorso 8 agosto, la fiducia al governo è stato un gesto “particolarmente grave”: sia perché ha interrotto l’azione di un governo “che in un anno ha realizzato molti risultati”, sia perché ha mandato in fumo “il progetto di cambiamento uscito dalle urne il 4 marzo”. “Il leader della Lega — ha sottolineato Conte — è venuto meno al contratto di governo che egli stesso aveva sottoscritto”. Poi la decisione di avviare la crisi ad agosto, con ipotesi di elezioni ad ottobre e il conseguente rischio di non avere un governo in grado di attuare una valida legge di Bilancio e fortemente a rischio di esercizio provvisorio di bilancio. “Questa crisi avviene in un momento delicato per l’interlocuzione con le istituzioni europee” ha detto Conte, evidenziando che sono in corso le trattative per la nuova composizione della Commissione Europea, trattative a cui l’Italia si presenta inevitabilmente indebolita.

“È stata irresponsabile la decisione di innescare una crisi di governo — ha continuato Conte —. Il ministro dell’Interno ha mostrato di inseguire interessi personali e di partito”. Conte ha poi ricordato al vicepremier Salvini l’importanza di mantenere, dopo averli assunti, gli impegni istituzionali, trovando una mediazione con gli interessi della propria parte politica. “Le scelte compiute e i comportamenti adottati in questi ultimi giorni dal ministro dell’Interno, e mi assumo la responsabilità di quello che affermo, rivelano scarsa sensibilità istituzionale e una grave carenza di cultura costituzionale”.

Perché aprire la crisi ad agosto? – si è chiesto Conte — quando era già chiara, dopo le elezioni europee, l’insofferenza della Lega? “È stato un gesto di grave imprudenza istituzionale nei confronti del Parlamento, suscettibile di precipitare il Paese in una fase di incertezza politica e debolezza finanziaria. Peraltro annunciata dopo la fiducia ottenuta sul decreto Sicurezza bis, una scelta temporale che suggerisce opportunismo politico». Il tutto senza che vi sia stato, in coerenza, il ritiro della delegazione leghista al governo.

“Avete accreditato l’idea di un governo dei no macchiando 14 mesi di attività di governo — ha rilevato Conte – mettendo così in dubbio anche l’attività dei vostri ministri e sottosegretari che mi hanno affiancato». Il premier ha poi ricordato i tanti provvedimenti adottati dall’esecutivo, accusando la Lega di avere oscurato e offuscato il lavoro svolto. “Questo è un governo che ha lavorato intensamente fino all’ultimo giorno e prodotto significative riforme, altro che governo dei no”. Secondo Conte… all’indomani delle elezioni per il rinnovo dell’Europarlamento la Lega ha cercato a tutti i costi di prendere le distanze dall’esecutivo per poi cercare di monetizzare anche in chiave nazionale il consenso ottenuto per via del voto europeo.

“Caro Matteo – ha poi detto ancora il presidente del consiglio al vicepremier e ministro Matteo Salvini — , promuovendo questa crisi di governo ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese. Hai chiesto pieni poteri e hai invocato le piazze a tuo sostegno. Questa tua concezione mi preoccupa. Le questioni istituzionali non si regolano nelle piazze ma nel Parlamento”. Citando poi Federico di Svevia ha detto ancora il premier “non abbiamo bisogno di persone con i pieni poteri, ma di persone con piena responsabilità. Se tu avessi accettato di venire a riferire in Senato su una vicenda che richiede di essere chiarita – riferendosi al RussiaGate -anche per i riflessi internazionali avresti evitato problemi al tuo presidente del Consiglio”. Poi il rinfaccio di aver “invaso le competenze” degli altri ministri, finendo per minare l’efficacia dell’azione dell’esecutivo accusandolo anche di avere criticato più volte alcuni ministri evidenziando una mancanza di “cultura delle regole”. Conte ha poi detto a Salvini di non avere gradito l’accostamento di slogan politici, simboli religiosi, considerandoli “episodi di incoscienza religiosa” che rischiano di offendere il sentimento dei credenti e al tempo stesso di oscurare il principio di laicità, “tratto fondamentale dello Stato moderno”.

Il richiamo al rispetto delle regole istituzionali il premier lo ha rivolto anche al M5S, considerato troppo sensibile ai sondaggi, ricordando la mancanza di rispetto del gruppo pentastellato che, in occasione del suo intervento sulla questione russa, aveva abbandonato l’aula «senza ragione che potesse giustificare l’allontanamento”.

“La crisi in atto compromette l’azione di questo governo che qui si arresta — ha infine detto Conte —. Ma bisogna andare avanti, c’è gran bisogno di Politica con la P maiuscola, bisogna progettare il futuro, offrire opportunità ai nostri giovani, che vanno trattenuti e non costretti ad abbandonare il Paese”. Conte ha poi rivendicato il ruolo che l’Italia (che egli stesso) ha avuto nell’elezione di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione Europea, ipotizzando un ruolo chiave di Roma sullo scenario geopolitico nell’area del Mediterraneo, come ponte tra i Paesi africani, ricordando anche i passi che sono stati fatti nei confronti dei mercati extra-Ue come Cina, India e Russia.
Ha infine annunciato di volere rispettare fino in fondo l’iter istituzionale: sottolineando che resterà aperto all’ascolto di tutti gli interventi dei senatori e solo al termine si recherà al Quirinale per ufficializzare la fine dell’esperienza del governo “nelle mani del presidente della Repubblica”. Ultima stoccata alla politica che insegue il consenso sui social network e i titoli dei giornali e un “Viva la nostra Patria, viva l’Italia”.

L’intervento del ministro e vicepremier Matteo Salvini

Matteo Salvini, dai banchi della Lega e non più da quelli del governo, ha detto “Rifarei tutto quello che ho fatto – ha esordito il capo del Carroccio – perché sono un uomo libero e non ho paura del giudizio dei cittadini”.E in replica alle accuse del premier Giuseppe Conte per la sequela di accuse ricevute (“come un Saviano qualsiasi”), ha ironizzato sulle critiche per la crisi aperta ad agosto (“perché in questo momento nel Paese c’è gente che lavora, non ci sono solo i politici per cui agosto è sacro”) e ha sottolineato l’esigenza di lavorare da subito in maniera coraggiosa “per l’Italia del 2050” senza dipendere “dagli zero virgola” della Ue. “Siamo un Paese libero e sovrano — ha evidenziato Salvini — e sono stanco di dovere aspettare per ogni cosa il consenso dell’Unione europea”. Poi il riferimento a Cicerone: “Non voglio un padrone giusto, voglio nessun padrone”.

Il vicepremier e ministro dell’interno ha parlato della necessità di una manovra economica “coraggiosa” (“E il coraggio, come scriveva Manzoni, è uno se non ce l’ha difficilmente se lo può dare”) . E ha spiegato che “se questo governo si è interrotto è perché da mesi c’erano in consiglio dei ministri e in parlamento dei Signor No che bloccavano tutto”. “Due settimane fa la forza maggioritaria del governo le ha votato la sfiducia sulla Tav — ha detto ancora il ministro dell’interno Matteo Salvini rivolgendosi al premier Conte —. E dunque di cosa stiamo parlando?”. “Agli italiani vorrei offrire un futuro di benessere, prosperità, crescita. Come può pensare qualcuno di riportare al governo Renzi che gli italiani hanno buttato fuori dalla porta?». Poi l’apertura finale agli “amici” dei 5 Stelle: “Se volete tagliare i parlamentari, se volete fare una manovra coraggiosa, se volete completare il progetto di riforme avviato noi ci siamo. Se volete governare con Renzi auguri”.

L’intervento di Renzi

Dopo Salvini, Matteo Renzi “L’esperimento populista funziona in campagna elettorale non al governo. Dicevate che con la nostra opposizione avereste governato 30 anni, oggi siamo qui ad assistere allo stop al governo dopo solo 14 mesi”. “Avete servito il Paese ma i vostri risultati economici sono un fallimento. Ma non è questa la vostra sconfitta più grande: la vera sconfitta è che in questo Paese si è creato un clima di odio”. Renzi ha poi ribadito di non avere paura di andare al voto evidenziando che in questo momento le ambizioni e i risentimenti individuali devono lasciare spazio all’interesse nazionale. “Noi siamo contenti che finisca l’esperienza fallimentare di questo governo populista — ha detto l’ex premier — ma faremo la nostra parte affinché a pagarne le conseguenze non siano gli italiani”.

L’intervento di La Russa

Il vicepresidente del Senato, Ignazio La Russa, si è espresso in merito alla fine del governo gialloverde con queste parole: “Noi di Fratelli d’Italia non abbiamo dubbi, siamo certi e più coerenti di tutti. Abbiamo sempre detto che non è possibile che questo Governo va avanti e chiediamo che dia data voce al corpo elettorale. Qua invece si continuano a immaginare tutte cose che non hanno aggancio alla volontà popolare”

L’intervento di Bernini

La capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini ha indicato nella stabilità politica “l’unico antidoto al precipitare dalla crisi”, una stabilità “che viene solo da nuove elezioni”. “Lei si stava rivolgendo a una parte dell’emiciclo, lei pensa a un Conte bis di sinistra-sinistra, un Conte bis che lei sta cercando in questa Aula, nonostante il volere degli italiani. Lei vuol passare dal partner verde e quello rosso. Lei vuol rimanere lì dov’è, e ammanta tutto questo con l’interesse del Paese”, l’accusa del Bernini al premier Giuseppe Conte.

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