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Cicloni, uragani e tifoni sono sempre più potenti e preoccupanti. Come d’altronde, anche, l’aumento dei mari sempre più veloce. Megalopoli costiere che subiranno ogni anno catastrofi climatiche. E’ sconfortante il quadro che emerge da un recente rapporto stilato da esperti dell’Onu sul clima. Un grido d’allarme, di dolore che non può lasciare tutti indifferenti e soprattutto i capi di Stato mondiali.

“L’intensità media” dei cicloni tropicali e la percentuale dei cicloni di categoria 4 e 5, che è già aumentata negli ultimi decenni, “dovrebbe aumentare”, anche se i cicloni in generale non dovrebbero essere più frequenti. Aumento del livello dei mari 2,5 volte più veloce che in XX secolo Il livello dei mari è aumentato 2,5 volte più velocemente all’inizio del 21 secolo che nel 20, e continuerà ad aumentare principalmente a causa della riduzione delle calotte di ghiaccio, si legge ancora nel rapporto. Qualunque siano gli scenari, il mare continuerà a salire dopo il 2100. In un mondo a +2 C il tasso di crescita potrebbe stabilizzarsi, raggiungendo circa 1 metro nel 2300, rispetto a diversi metri se le emissioni di gas serra continueranno allo stesso ritmo di oggi, secondo tale documento. Entro il 2050 megalopoli costiere subiranno ogni anno catastrofi climatiche entro il 2050, e piccole nazioni insulari subiranno un’aggressiva riduzione delle emissioni di gas serra. Più di un miliardo di persone, entro la metà del secolo, vivranno in zone soggette a cicloni, inondazioni su larga scala ed altri eventi meteorologici estremi amplificati dall’innalzamento dei mari, come previsto dal Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici.

“Quanto costa proteggere le coste?” Costruire una protezione contro l’innalzamento del livello dell’acqua potrebbe ridurre il rischio di inondazioni da 100 a 1.000 volte, se investisse “da decine a centinaia di miliardi di dollari all’anno”, dice ancora il rapporto Onu.

Venerdì prossimo, 27 settembre, migliaia di studenti italiani scenderanno in piazza con Cortei e manifestazioni, flash-mob per dire basta “proteggiamo il clima”. Sarà uno sciopero generale di tutte le categorie che rischia di creare non pochi disagi a servizi pubblici, scuole, sanità e servizi vari tra i quali anche i trasporti. E’ il “Global Strike For Climate”, il terzo sciopero globale per il clima, indetto a livello mondiale per il 27 settembre dal movimento ambientalista Fridays For Future (FFF), guidato dalla giovane attivista svedese Greta Thunberg: dopo una settimana di mobilitazioni in concomitanza con il vertice Onu sul clima che si è tenuto pochi giorni fa a New York.

La manifestazione più grande si volgerà a Roma, con un corteo di studenti che partirà da Piazza della Repubblica alle ore 9.30 per raggiungere poi Piazza della Madonna di Loreto, dove si terrà un sit-in fino alle ore 14.30. Manifestazioni di questo tipo previste anche in oltre 150 città italiane. Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti con una circolare ha auspicato che le scuole, nella loro autonomia, possano giustificare l’assenza dalle lezioni, motivata dalla partecipazione alle manifestazioni, “stante il valore civico che la partecipazione riveste”. –

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