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Ferro, in eccesso o in carenza: sintomi e conseguenze

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Una carenza di ferro può essere causa di anemia: condizione molto comune, alla quale bisogna porre rimedio curando l’alimentazione o assumendo opportuna supplementazione. Il ferro, infatti, è un componente fondamentale della proteina emoglobina, responsabile del trasporto dell’ossigeno dai polmoni al resto del corpo umano e della mioglobina, la proteina che rifornisce di ossigeno i muscoli. Il ferro, inoltre, è fondamentale per il corretto funzionamento di numerosi enzimi entrando nei processi costitutivi di ormoni e tessuto connettivo.

Una sua carenza, ha molte ripercussioni negative da spossatezza fisica a fiato corto.

Stanchezza immotivata che compare dopo pochi sforzi. Affaticamento, come il fiato corto, sono causati dal ridotto trasporto di ossigeno ai tessuti ed in particolare ai muscoli che non riescono ad ossigenarsi e a produrre abbastanza energia da consumare. In questo modo l’organismo lavora con maggiore difficoltà e si stanca prima.
E ancora, l’aritmia cardiaca e l’aumento del ritmo e della frequenza del battito del cuore sono fenomeni che si scatenano poiché quest’ultimo deve pompare il sangue più velocemente affinché arrivi a tutti i distretti del corpo, tentando in questo modo di ossigenare il più possibile gli organi e le cellule.
Sindrome delle gambe senza riposo, che si verifica perlopiù in persone molto stressate o nervose, o con quantità ridotte di ferro, in quanto si ha difficoltà a produrre la dopamina, neurotrasmettitore che aiuta a controllare i movimenti.
Unghie fragili che si spezzano facilmente, ecc.

Ma cosa succede però se il ferro è presente in eccesso? «Il ferro in eccesso all’interno dei vasi sanguigni e nei tessuti favorisce la formazione di radicali liberi che, se non vengono bloccati e annullati dalle difese antiossidanti, provocano danni a cellule e tessuti. In primis gli organi e gli apparati come fegato, pancreas, muscoli, ghiandole endocrine, sistema cardiovascolare caratterizzati da elevata attività metabolica ed energetica» spiega Antonello Pietrangelo direttore del Dipartimento di Medicina interna generale, d’urgenza e post acuzie dell’azienda ospedaliero-universitaria di Modena e del Centro delle malattie del metabolismo del ferro che precisa: «Un altro serio rischio dell’eccesso di ferro è che nel corso di diverse infezioni batteriche possa favorire la virulenza e la crescita del batterio ed aggravare la malattia».

Ma quanto ferro serve ogni giorno?

Secondo le linee guida europee ogni persona adulta in buona salute dovrebbe assumere 14 mg di ferro\die. Il fabbisogno, però, varia a seconda dell’età, del sesso e dell’essere o meno in gravidanza o allattamento. In linea generale le donne, a causa delle perdite ematiche mensili con le mestruazioni, hanno più bisogno di ferro degli uomini. Uno studio inglese recente, che andrà comunque confermato, ha evidenziato come livelli leggermente più alti di ferro nel sangue rispetto alle raccomandazioni delle autorità sanitarie, tenderebbero a incidere positivamente sull’ipercolesterolemia.

Livelli troppo elevati, però, predispongono alla formazione di coaguli che possono essere importanti fattori di rischio per lo sviluppo di infarto del miocardio, ictus o trombosi. Perché però può succedere di trovarsi in una situazione di eccesso di ferro? «Il ferro è talmente importante per il corpo umano che in natura sono stati sviluppati solo meccanismi per farlo entrare nel corpo attraverso l’intestino, mentre l’uscita è limitata e non regolata, cioè è solo passiva, si perde ferro per esempio con le mestruazioni che altro non sono che emorragie mensili. – Chiarisce il professor Pietrangelo – Ecco perché se succede che si introduce troppo ferro per via orale (ad esempio con l’uso eccessivo di preparati a base di ferro) o parenterale (ad esempio attraverso trasfusioni prolungate), o se si è affetti da alcune malattie ereditarie che aumentano l’assorbimento del ferro o il suo rilascio da tessuti e globuli rossi, prima o poi quel ferro nel sangue si accumulerà nei tessuti e li potrà danneggiare».

Chi dunque si trova a fare i conti con un eccesso di ferro nel sangue, come può riportare i livelli nella norma? Conclude l’esperto: «Non esistono meccanismi fisiologici per regolare in modo attivo l’uscita del ferro dal corpo. Per abbassare i livelli eccessivi di ferro nel sangue esistono alcuni farmaci oppure si può ricorrere al salasso, una sorta di donazione di sangue terapeutica per eliminare l’eccesso di ferro nei tessuti; sono in fase di sperimentazione clinica molecole in grado di influenzare l’assorbimento intestinale del ferro».

Giovanna Manna

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