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Yogurt, un alleato del fegato

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Secondo un recente studio lo yogurt è in grado di dare una certa protezione all’accumulo di grasso nel fegato per abuso di alcol. Una condizione conosciuta col nome di NAFLD (Non Alcoholic Fatty Liver Disease) che interessa circa un quarto della popolazione mondiale ed è associata a un aumento del rischio di patologie anche gravi e di natura cardiovascolare.

Se non viene trattata, questa condizione fisica, può portare a steatoepatite non alcolica (NASH), più grave in quanto il fegato è soggetto a processi infiammatori, di cicatrizzazione e morte dei tessuti (necrosi), che alterano in modo significativo e definitivo la funzionalità dell’organo in questione. Questa malattia epatica di natura cronica può evolvere fino allo stadio di cirrosi epatica e portare all’insufficienza epatica.

La ricerca pubblicata a settembre di quest’anno sull’European Journal of Clinical Nutrition, ha esaminato in modo trasversale 24.389 soggetti adulti, uomini e donne, suddividendoli in quattro categorie di consumo di yogurt. Chi consumava meno di una volta la settimana (gruppo di riferimento), una volta la settimana, due-tre volte la settimana e quattro volte o più in un settimana. Di tutti, raccolti i dati relativi allo stile di vita, i parametri antropometrici e i principali valori metabolici, correlando i livelli di consumo con la eventuale presenza di NAFLD.

L’analisi dei dati raccolti ha rivelato infatti un consumo più frequente di yogurt tra i soggetti più giovani, prevalentemente di sesso femminile, che praticavano regolarmente esercizio fisico, con parametri antropometrici e metabolici mediamente migliori.

I soggetti nei quali è stata invece fatta una diagnosi di NAFLD, erano invece in media più anziani, in prevalenza uomini, con parametri antropometrici e metabolici tendenzialmente meno controllati, che seguivano una dieta più povera di frutta e più ricca di grassi.

Ma nello specifico, i ricercatori hanno rilevato aumentando dei livelli di consumo di yogurt (sia da latte parzialmente scremato, che intero) che si riduceva, in modo dose-dipendente, la frequenza di NAFLD.

La causa, potrebbe essere attribuita ai probiotici contenuti in certi tipi di yogurt (anche se non tutti gli yogurt hanno attività probiotica), ma anche all’apporto di calcio che contribuisce a stimolare l’ossidazione del grasso corporeo. L’effetto nei confronti del rischio di NAFLD potrebbe quindi essere diretto (e non meramente di natura associativa). Alcuni studi sperimentali suggeriscono infatti che calcio e vitamina D siano direttamente coinvolti nella prevenzione di questa condizione.

Giovanna Manna

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