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Esistono delle piccole molecole, contenute nel sebo secreto dalla pelle nostra pelle, responsabili di un odore unico nelle persone affette da Parkinson. La sensazionale scoperta arriva dai ricercatori dell’Università di Manchester e potrebbe portare a sviluppare un test di diagnosi precoce della malattia. Analisi che fino ad ieri non erano disponibili in medicina. Gli scienziati già sapevano che il Parkinson può causare una eccessiva produzione di sebo.

Da tempo, per il loro lavoro hanno reclutato Joy Milne, un’ex infermiera, all’Università di Manchester che aveva notato come le persone colpite dalla patologia hanno un particolare odore che aumenta di intensità con la progressione della malattia. Molti infatti aveva sentito quel distinto odore su marito molti anni prima che gli venisse diagnosticato il morbo di Parkinson. La donna, che ha un senso dell’olfatto più sviluppato del normale, è stata coinvolta nel lavoro dei ricercatori di Manchester per utilizzare la sua particolare capacità olfattiva nello sviluppo di un test per il riconoscimento nasale del Parkinson già in uno stadio precoce.

Il progetto, che si chiama NoseToDiagnose, è coordinato dalla chimica Perdita Barran, e coinvolge 60 soggetti, sia con Parkinson che senza. I ricercatori verificano nel loro sebo la presenza di acido ippurico, eicosano ed altri elementi chimici che indicano livelli alterati nei neurotrasmettitori che di solito sono presenti nei pazienti con il morbo. Sulla base dei livelli di queste molecole riscontrate nei test di prova, il team di ricercatori ha sviluppato un modello che può identificare e diagnosticare la malattia in tutti i suoi stadi.

Ad annusare la malattia ci riuscirebbero umani e non, come nel caso di cani.

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