Calano per la prima volta, dopo diversi anni, in particolare dal 2010, in poi, i nuovi casi di Hiv in Italia. Che sono scesi del 20% nel 2018 rispetto al 2017. Ad affermarlo l’Iss, che sottolinea come siano in aumento pero, le diagnosi tardive.
La riduzione, scrive ancora l’Istituto, interessa soprattutto le modalità di trasmissione, sia eterosessuali che MSM (Maschi che fanno Sesso con Maschi) ed è probabilmente da attribuire in modo principale all’efficacia delle terapie antiretrovirali ed alle nuove Linee Guida Terapeutiche che prevedono di iniziare la terapia precocemente dopo la diagnosi.
“Purtroppo continua ad aumentare la quota di persone (57% nel 2018) che scoprono di essere sieropositive molti anni dopo essersi infettate – si legge nel rapporto del Centro Operativo AIDS (COA) – e vengono pertanto diagnosticate quando il loro sistema immunitario è già compromesso; questo è evidentemente l’effetto di una scarsa consapevolezza sulla diffusione ancora ampia di HIV nel nostro Paese e del rischio che si corre di contrarre l’HIV attraverso rapporti sessuali non protetti”.
I giovani tra i 25 e i 29 anni costituiscono il gruppo maggiormente colpito in termini di incidenza. “Dai dati emerge che l’offerta del test Hiv in contesti informali (test in piazza, auto test, test in strada, easy test, test in sedi extrasanitarie) costituisce uno strumento prezioso per raggiungere i giovani e identificare nuove diagnosi”. Tra gli stranieri, una stabilizzazione delle nuove diagnosi.
A disposizione dei cittadini, ricorda l’Istituto, ci sono gli esperti dell’ISS rispondono al Telefono Verde AIDS 800 861 061 da lunedì a venerdì dalle 13 alle 18. In occasione della Giornata Mondiale dell’AIDS, domenica 1 dicembre, il servizio sarà attivo invece dalle 10 alle 18.