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Quando la sepsi causa una morte su 5

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Sembra assurdo, ma il 20% dei decessi è causato proprio dalla sepsi. L’allarme è stato lanciato da uno studio condotto dall’Università di Washington negli Stati Uniti d’America, che ha annunciato che i numeri sono il doppio di quello stimato fino al momento dello studio. La maggior parte dei casi avviene nei Paesi poveri o in via di sviluppo, ma anche il ricco Occidente deve fare i conti con la sepsi.

Cos’è la sepsi?
Killer nascosto, spesso difficile da identificare, è una malattia caratterizzata dalla presenza di batteri nel sangue, che una volta entrati in circolo attraverso i vasi sanguigni cominciano a crescere e a proliferare, causando una grave infezione. Sono maggiormente esposte le persone che hanno un sistema immunitario compromesso. Anziani e bambini i più colpiti.

Nella maggior parte dei casi accade che subentri, perché si cura male o non si cura proprio un processo infiammatorio di origine batterica, come ad esempio nel caos di un ascesso dentale.

Tra i sintomi principali, febbre elevata, pressione bassa, aumento della frequenza respiratoria, violenti brividi e confusione mentale.

Lo studio in questione, si è concentrato su 195 Paesi, dimostrando che i casi di sepsi sono quasi 50.000.000 l’anno e precisamente 49.000.000. I morti salgono così a 11.000.000. Questo significa che il 20% delle morti ogni anno si devono proprio a questa malattia.

Chi sono i più colpiti?
Le persone più colpite quelle fragili, come anziani, bambini e persone allettate o comunque a lungo degenza in ospedale. Dal punto di vista geografico l’85% dei casi avviene nei Paesi poveri o in via di sviluppo. Ma anche in Italia, Gran Bretagna, Francia, Spagna e Canada la sepsi rappresenta una sfida per le autorità sanitarie. Nel nostro Paese nel 2016 – è questo l’ultimo dato raccolto – 49.301 le persone che hanno perso la vita per questa malattia e il dato è in forte espansione.

Terapie antisepsi
Accanto alla terapia antibiotica e alla nutrizione per via endovenosa possono possibili:

– emodialisi,
– assistenza respiratoria anche artificiale,
– farmaci per sostenere la pressione,
– emotrasfusione.

Giovanna Manna

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