A Pavia, si tenta un’altra strada contro il coronavirus. Alcuni malati hanno già ricevuto il plasma di pazienti guariti che hanno sviluppato anticorpi: è così entrata nel vivo al Policlinico San Matteo la sperimentazione della plasmaterapia.
Il protocollo è stato predisposto dal servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale del San Matteo, in collaborazione con altre strutture come l’Ats di Mantova, il Maggiore di Lodi e l’Asst di Cremona.
I primi due a donare il proprio plasma, sono stati i medici di Pieve Porto Morone (Pavia), marito e moglie, primi contagiati da Covid-19 nella provincia di Pavia.
Ma come avviene questa terapia?
La terapia al plasma avviene tramite delle infusioni. C’è un donatore e ci sono dei pazienti che lo ricevono. In particolare la parte più liquida del nostro sangue è composta da acqua, proteine, nutrienti, ormoni, quindi senza elementi corpuscolati (ossia globuli rossi, globuli bianchi e piastrine), ma soprattutto una quota di anticorpi che si sono formati dopo la battaglia vinta contro il coronavirus: i cosiddetti anticorpi neutralizzanti, che si legano all’agente patogeno e lo marcano.
A Mantova e Pavia sono stati “arruolati volontariamente donatori di plasma, che hanno risposto a delle caratteristiche fondamentali. Una in particolare: essere donatori guariti da Coronavirus. La guarigione viene accertata con due tamponi sequenziali e la diagnosi deve essere stata fatta con un tampone positivo. I guariti donano 600ml di sangue, e il plasma, ricco di anticorpi, può essere congelato e durare fino a 6 mesi in stoccaggio.